Sulla questione della gestione dei lupi, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, auspica che “possa essere raggiunto un accordo fra tutte le Regioni tale da contemperare sia la necessità di conservare la specie, sia la possibilità di prevedere deroghe al divieto di rimozione nei limiti consentiti dalla normativa vigente”.
Lo ha detto il ministro al question time della Camera, rispondendo a una interrogazione sui danni agli allevamenti da parte dei lupi.
Cingolani ha spiegato che “il Ministero ha promosso il ‘Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo in Italia’, basato sulle migliori conoscenze scientifiche, in quanto redatto da oltre settanta esperti e condiviso con Ispra”. Nel marzo del 2019 la Conferenza Stato-Regioni non era riuscita ad approvare il testo, spaccata fra le Regioni che volevano la possibilità di abbattere esemplari pericolosi e quelle contrarie ad ogni forma di abbattimento. Il testo era stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio, e lì si era arenato.
Il ministro ha spiegato che “durante la stagione 2020-2021 Ispra ha coordinato una raccolta di dati sul campo e presso le amministrazioni che permetterà di ottenere un quadro aggiornato nei primi mesi del 2022, anche relativamente ai danni causati dal predatore. Tale indagine permetterà di analizzare il fenomeno su scala nazionale e sarà di supporto nell’individuare le aree più critiche in termini di problematiche sollevate dal lupo, nonché la disponibilità a valutare con le Regioni il sostegno a specifiche iniziative di conservazione e gestione della specie“.
Per Cingolani “potranno essere valutate azioni e interventi differenziati su base regionale e subregionale, e ciò potrà prevedere anche deroghe per la cattura e abbattimento delle specie protette”.