L’ex attivista del M5S Debora Borgese, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Borrè, si è rivolta alla magistratura per verificare se sussistano i presupposti per procedere contro i parlamentari che avrebbero falsificato i bonifici volontari al fondo per il microcredito.
“A distanza di oltre un mese dalle dichiarazioni dei vertici del Partito pentastellato che annunciavano passi drastici nei confronti dei parlamentari accusati di aver falsamente attestato versamenti non effettuati – commenta l’avvocato Lorenzo Borrè – si è voluto dimostrare con la presentazione dell’esposto alla Procura della Repubblica che ad una volontà effettiva seguono le azioni conseguenti“.
L’avvocato Borrè incalza: “In attesa dei passi annunciati, indichiamo la via della chiarezza con un esposto che chiede di verificare se le condotte poste in essere con le pseudorestituzioni, per le quali Di Maio aveva evocato l’adozione di provvedimenti di espulsione, configurino o meno condotte illecite e se esse abbiano surrettiziamente influito nella scelta dei candidati del Partito, con danno per quei candidati che avrebbero potuto conseguire il seggio al posto di chi, secondo le parole del Capo politico, meritava invece l’espulsione e con incidenza nella cruciale fase di formazione dei Gruppi parlamentari“.
“Non nascondo – dichiara Debora Borgese – i miei personali dubbi e perplessità verso chi è rimasto in silenzio e non ha promosso alcuna iniziativa per tutelare i propri diritti e lo svolgimento di una leale competizione elettorale. Se l’allontanamento di questi parlamentari – conclude – fosse avvenuto in tempi precedenti delle parlamentarie, si presume che questi candidati venissero esclusi a priori. Oggi invece si parla di “condono”: gli attivisti esclusi meritano rispetto, come il Capo Politico che nella passata campagna elettorale ha dovuto affrontare anche questa umiliazione“.