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Ma cosa ne è rimasto della libertà di pensiero?

venerdì 18 Marzo 2022

Carissimi
Ammettetelo, non mi dite che non cacciate, un poco, ma cacciate” così nel periodo universitario un mio conoscente, amante della caccia in un viaggio nella mia amata baviera un giorno disse alla famiglia che ci ospitava (nemica delle armi), alla vista di splendidi paesaggi boschivi durante una passeggiata salutare nel pieno della splendida natura.

A poco valse la reazione stizzita del mio amico tedesco, davanti le insistenze del mio compagno di viaggio, poiché non c’era cosa peggiore del preconcetto e delle idee già formate (fissazioni) che trovano più facile fare di tutta l’erba un fascio che fermarsi a riflettere ed approfondire il tutto prima di esprimere un giudizio, pur sempre rivedibile.

Amiamo le “verità assolute” e troviamo comodo il fidarci di ciò che ci raccontano che approfondire personalmente la conoscenza dei fatti e delle persone e non per “lagnusia”, ma per pochezza mentale a volte.

Non meravigliamoci se i vertici di tutte le “nomine” sono ricoperti da gente di questo genere, poiché costoro prima di prendere una decisione o si fidano di coloro che nella loro coorte ristretta creata a propria immagine e somiglianza al 90% (lasciandosi quel 10% di margine per rimanerne un gradino più su) o direttamente dalle disposizioni date da chi su quegli “scranni” li ha posati.

Figuratevi se buona parte della classe dirigente nominata può permettersi di dire: “io penso…

E che è novità? Se c’è una scala gerarchica questa è fatta per mantenere lo status quo e per non dare alla collettività la fatica di pensare. Oggi pensare con la propria testa è difficile senza ricorrere agli input e gli stereotipi trasmessi dai media o a tutti i commenti e le app che lo “splendido iphone” ci recapita. Fateci caso, c’è più un film o una serie tv nella quale l’iphone non sia elemento indispensabile per fare tutto, finché risolvere casi ispettivi.

No, oggi il cervello non può permettersi di mettersi davanti ad una lavagna nera per poter scrivere con il gessetto, oggi non è possibile osservare un giardino e scrivere su un blocco notes le nostre riflessioni, oggi se non ci facciamo un “selfy” con chiunque incontriamo e non lo postiamo su istagram non abbiamo osservato assolutamente la realtà, o meglio questa non esiste, non esiste la profondità di campo nelle foto, lo sfondo, oggi esistono solo due faccioni dementi che sorridono inquadrati dall’alto e sotto una serie di “mi piace”.

Ma “ti piace cosa?” Scrivimi almeno il contenuto del tuo piacimento, scrivimi almeno “bello il cappello che indossi”, “bello il taglio dei capelli …”, non ci si limita solo a dire “mi piace” spesso con quel fastidioso polli che verrebbe la tentazione di ………

e più ci affidiamo agli “influencer” (non quelli colpiti da pandemia o raffreddore) spesso giovani che con il loro comportamento influenzano le abitudini delle masse di coetanei, e come se noi all’epoca ci fossi fatti una foto sulla “tazza del cesso” con il commento “amo andare di corpo la mattina perché mi libera lo stomaco, mi scarica il cervello e vivo una giornata serena”! Mah, cosa siamo diventati.

Oggi davanti a tanti notiziari vorrei dire io “non mi dite che non cacciate”, vorrei farle io le domande, vorrei avere tanti di quei dubbi da far venire il dolore di testa a Cartesio e invece mi rendo conto che basta un idiota che crede di possedere una “verità” e questa in un attimo diventa “legge per tutti”, basta mettere insieme davanti ad una telecamera o un microfono quattro mediocri tuttologi e dare sentenze su tutto, appellare con “fascisti” tutti coloro che non la pensano come noi e sentirci moderni, ma “intellettuali di tutto il mondo” ma vi siete resi conto che “a torto o a ragione” (a proposito rivedetevi questo film), siamo ritornati a cacciare gli artisti o gli intellettuali nel nostro paese democratico, sol perché hanno una nazionalità ed hanno dimostrato amicizia o referenza per il loro tirannico leader …………. Vi siete riempito la bocca con esempi negativi da rifuggire, del secolo scorso, ma questo episodio non vi fa venire in mente nulla di già vissuto, vuoi vedere che alla fine di tutto …Ma cosa ne è rimasto della libertà di pensiero? ” Verranno a prendere anche noi”. Se non volete aprirvi le orecchie, aprite i vostri occhi.

Un abbraccio, Epruno

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