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Mafia a Messina: la famiglia del boss ringrazia De Luca, aperta un’inchiesta

martedì 14 Aprile 2020
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Al momento è solo una inchiesta conoscitiva, un fascicolo cosiddetto di “atti relativi”, finalizzato a vagliare cioè se ci siano estremi di reato, quello aperto dalla Procura di Messina sui funerali di Rosario Sparacio, fratello del boss, Gino. Alle esequie, che si sono svolte sabato scorso, hanno partecipato 39 persone. La piccola folla ha accompagnato la salma dalla abitazione al cimitero.

La Procura, guidata da Maurizio de Lucia, sta acquisendo gli elementi per accertare sia se ci siano state violazioni del DPCM che vieta gli assembramenti, emanato per contenere il contagio da Covid-19, sia se tra i partecipanti ci fossero appartenenti a Cosa nostra in libertà, ma tenuti a rispettare limitazioni sulla libertà di movimento.

Le forze dell’ordine stanno procedendo alla identificazione dei cittadini presenti. Nei giorni scorsi diversi esponenti politici hanno criticato duramente il sindaco di Messina, Catena De Luca, per non aver impedito il corteo. Il primo cittadino ha replicato smentendo che si sia trattato di un corteo e sostenendo come la piccola folla si sia limitata a scortare il feretro per 200 metri, la distanza che separa l’abitazione di Sparacio dal cimitero.

Il primo cittadino ha trovato sostegno delle sue parole al giovane nipote dello “Zio Sarinu Sparacio”, che ringrazia per l’intervento e chiede di condividere le parole del primo cittadino. “Condividiamo perchè anche il sindaco ha dato ragione alla mia famiglia! – si legge – Grazie CATENO DE LUCA – SINDACO DI MESSINA- SENZA SE E SENZA MA. Hai le palle no perchè hai dato ragione ma perchè sei coerente e onesto in tutto e per tutto!

Il sindaco infatti ha definito “presunto” il corteo funebre (nonostante siano state anche pubblicate le foto) e “sciacalli” quanti a vario titolo hanno chiesto spiegazioni considerando che a prescindere dalla appartenenza o meno alla criminalità organizzata, resta vietato per tutti l’accompagnamento delle salme.

Nel frattempo proprio il nipote di Saro Sparacio ha definito i giornalisti che si stanno occupando del caso: “pezzi di merda“. Certamente serve chiarezza, e soprattutto le foto serviranno a testimoniare che il corteo (qui immortalato in via del Santo, angolo via Piemonte) era composto da decine di persone, a piedi e in auto: nonostante sia vietato già dall’8 marzo celebrare funerali, tanto meno accompagnamenti funebri, come hanno sperimentato anche a Messina i cittadini che in questi giorni hanno provato l’ulteriore dolore di non poter salutare, una ultima volta, il proprio caro congiunto.

 

 

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