La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Palermo ha eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal gip nei confronti di otto presunti affiliati alla famiglia mafiosa dell’Arenella, una delle più rappresentative del mandamento di Palermo-Resuttana.
Fra gli arrestati c’è Gaetano Scotto. Secondo la procura di Palermo, Scotto avrebbe guidato il clan mafioso dell’Arenella e dopo essere stato scarcerato avrebbe preso le redini della famiglia mafiosa. Proprio Scotto, nei giorni scorsi, è stato raggiunto da un avviso di conclusione indagini perché è accusato, insieme a Nino Madonia, di avere ucciso l’agente Agostino e la moglie a Villagrazia di Carini nell’agosto del 1989.
In carcere è finito anche suo fratello Pietro Scotto, che – così come Gaetano – era stato accusato dal falso pentito Scarantino di avere avere avuto un ruolo nella strage di via D’Amelio per uccidere il giudice Paolo Borsellino. Era stato accusato di aver captato la chiamata con cui il magistrato comunicava alla madre che stava per andare a farle visita nella sua abitazione di via D’Amelio. Per questo, nel 1996 era stato condannato all’ergastolo nel primo processo per quella strage, per poi essere invece assolto nei successivi gradi di giudizio.
Arrestato anche un altro fratello Francesco Paolo Scotto e il figlio di Pietro, Antonino Scotto. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed altri reati. L’operazione è denominata in codice ‘White Shark‘.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Ecco tutti gli indagati nell’operazione White Shark della Dia contro le cosche mafiose a Palermo. In carcere sono finiti Vito Barbera, 58 anni, Giuseppe Costa, 52 anni, Paolo Galioto, 28 anni, Antonino Scotto, 40 anni, Francesco Paolo Scotto, 72 anni, Gaetano Scotto, 67 anni, Pietro Scotto, 70 anni. Ai domiciliari è stato posto Antonino Rossi, 36 anni.