I Carabinieri hanno arrestato il boss Giuseppe Auteri, 48 anni, latitante dal 2021. L’indagine sul capomafia palermitano di Porta Nuova, è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia. Auteri era riuscito a sfuggire al blitz, denominato “Vento”, scattato dopo l’omicidio del boss Giuseppe Incontrera. Giuseppe Autieri, si trovava in via Giuseppe Recupero, nella zona di via Oreto, in un appartamento. Era armato aveva con sé una pistola. E’ stato sorpreso dall’arrivo dei Carabinieri che da tempo erano sulle sue tracce.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Reni, era coordinata anche dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella.
Proprio pochi giorni fa, il 22 febbraio, erano state emesse 24 condanne nel processo scaturito dal blitz “Vento”, subito dopo l’omicidio alla Zisa di un altro capomafia, Giuseppe Incontrera. La posizione del boss latitante, anche lui coinvolto nell’inchiesta, era stata stralciata.
Giuseppe Auteri, conosciuto con l’appellativo di “Vassoio”, viene indicato come il reggente del mandamento di Porta Nuova. I pentiti lo definiscono uno degli esponenti più affidabili della cosca “perché già ha fatto tanti anni di carcere“. Auteri ha infatti riportato condanne definitive sia per mafia che per estorsione aggravata.
Un uomo ambizioso, molto vicino al boss Tommaso Lo Presti “il lungo”. Proprio dopo la scarcerazione di Lo Presti avrebbe conquistato un ruolo di vertice nel mandamento di Porta Nuova, il più importante nel capoluogo.
“È un risultato investigativo importante. Una ulteriore risposta che l’Arma è l’autorità giudiziaria danno per rendere ancora più vivibile Palermo. La lotta e il contrasto a cosa nostra passa anche dall’arresto dei grossi latitanti e sicuramente Auteri possiamo considerarlo tale“. Lo ha detto il generale Luciano Magrini, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo, incontrando i giornalisti dopo l’arresto di Giuseppe Auteri, inserito nella lista dei criminali più ricercati in Italia.
Auteri al momento dell’arresto non ha opposto resistenza. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il colonello Ivan Boracchia, comandante del reparto operativo, e il tenente colonello Domenico La Padula, comandante del Nucleo investigativo.