“La vera identità di Santa Margherita di Belice non è quella per cui ieri siamo balzati agli onori della cronaca regionale”.
Lo dice il sindaco Gaspare Viola, che ha pubblicato sulla pagina Facebook del comune un post in cui così commenta l’operazione antimafia di ieri, quella che ha fatto emergere una realtà prepotenza criminale nei confronti di proprietari terrieri per l’utilizzo dei loro beni per i pascoli delle greggi.
Il primo cittadino non manca di manifestare apprezzamento e sostegno agli organi inquirenti, ai corpi speciali della polizia, alla magistratura ed alle forze dell’ordine, per quella che definisce “la professionalità e l’efficacia dell’azione repressiva e di ogni attività istituzionale volta a garantire la legalità, a fare piena luce sui fatti e a tutelare il sereno svolgimento della vita economica e civile della nostra comunità”. Al tempo stesso, quasi a sancire una distanza tra il quadro investigativo venuto fuori ieri e la realtà comunale, Viola evidenzia che Santa Margherita di Belice è la città della cultura: “Proprio in questi giorni – aggiunge il sindaco – fervono i preparativi per la XIX edizione del Premio Letterario G.Tomasi di Lampedusa, perché il nostro è un paese che punta ad acquisire una maggiore coscienza di sè, del mondo e della sua storia attraverso la cultura, l’arte e la letteratura, con particolare riferimento al suo antico legame con Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mai come adesso – conclude Viola – serve una cooperazione superiore tra tutte le componenti sociali, amministrative e politiche per rinnovare il patto sociale in nome della stragrande maggioranza di persone oneste e laboriose che ripudiano la mafia e costituiscono l’ossatura della società margheritese”.
Vanno avanti, a distanza di circa 24 ore dai 5 arresti (4 a Santa Margherita di Belìce e uno notificato direttamente in carcere), le perquisizioni e i controlli di natura veterinaria e igienico-sanitaria nei confronti di aziende agricole e allevamenti di Santa Margherita del Belìce, Montevago e Sambuca di Sicilia. Sul campo oltre ai poliziotti della questura di Agrigento, con il supporto dei reparti Prevenzione crimine, ci sono anche gli specialisti del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico di Palermo, Agrigento e Trapani. I controlli sanitari sono stati fatti in 4 stabilimenti di ovini, 2 caseifici e un locale deposito latte di Santa Margherita Belìce.
I medici veterinari, supportati dai poliziotti del Servizio centrale operativo, della Sisco di Palermo e delle squadre mobili di Agrigento e Palermo, hanno constatato — all’interno di uno degli ovili monitorati – la non corrispondenza tra i capi registrati nella banca dati nazionale delle Anagrafi zootecniche e l’effettivo numero di capi presenti, essendo risultati assenti circa 40 animali adulti e rilevata anche la presenza di circa 100 ovini di età superiore ai sei mesi non identificati e circa 30 con identificazione incompleta. In un altro allevamento di ovini, i veterinari hanno accertato che il sito dove erano presenti gli animali non risulta essere censito in Bdn con regolare numero di registrazione, non avendo la proprietaria dell’allevamento richiesto alcuna registrazione del codice di pascolo al di fuori della sede aziendale. E nello stesso ovile è stata rilevata la non corretta identificazione di circa un centinaio di capi e pertanto i veterinari hanno disposto l’ immediato blocco dei movimenti da o verso l’attività. All’esito di un controllo a carico di un’azienda di Agrigento, il personale veterinario ha riscontrato la presenza di 53 capi di ovini sprovvisti del cosiddetto “documento di accompagnamento” e pertanto ha disposto il blocco immediato dei loro trasferimenti fino alla risoluzione delle non conformità riscontrate.