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Mafia, in manette il reggente di Pagliarelli e altri 4. Pestato a sangue chi ‘sgarrava’ | VIDEO

lunedì 5 Aprile 2021

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Nuovo colpo al mandamento mafioso di Pagliarelli, a Palermo. I carabinieri hanno fermato il nuovo presunto reggente, Giuseppe Calvaruso, 44 anni, subentrato allo storico boss, quel Settimo Mineo posto alla guida della ricostituita Cupola provinciale e arrestato dai militari nell’operazione “Cupola 2.0” nel dicembre 2018. I carabinieri, nell’ambito del blitz denominato “Brevis”, hanno eseguito il provvedimento di fermo disposto dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti della Dda, Dario Scaletta e Federica La Chioma. Riguarda in tutto 5 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione consumata e tentata, lesioni personali, sequestro di persona, fittizia intestazione di beni, tutti reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

Calvaruso era già l’uomo più fidato di Settimo Mineo e dopo l’arresto dell’anziano ‘padrino’ è giunto alla guida del mandamento di Pagliarelli. Molto vicino a Calvaruso – e tra i fermati di oggi – è Giovanni Caruso, 50 anni, che ha controllato gli affari della mafia nel territorio anche in assenza di Calvaruso per lungo tempo in Brasile. Secondo le indagini, quest’ultimo ha mantenuto i contatti con altri mandamenti mafiosi organizzando riunioni, anche in luoghi riservati, con esponenti dei clan di Porta Nuova, Villabate e Belmonte Mezzagno. Ma è anche intervenuto per risolvere controversie tra privati, ha assicurato il mantenimento in carcere dei detenuti del mandamento e avrebbe inoltre gestito in modo occulto, attraverso dei prestanome, attività imprenditoriali dentro e fuori il mandamento.

La spedizione punitiva e il pestaggio a sangue di una banda di rapinatori che agiva senza il consenso di Cosa nostra. Ad occuparsene, il nuovo presunto reggente del mandamento di Pagliarelli di Palermo, Giuseppe Calvaruso, fermato stanotte dai carabinieri su ordine della Direzione distrettuale antimafia, assieme ad altre 4 persone. E’ il titolare di una rivendita di detersivi che, dopo aver subito due rapine in cinque giorni, si rivolge ai referenti mafiosi del mandamento chiedendo aiuto per l’identificazione dei rapinatori e riavere le somme di denaro sottratte. “L’imprenditore ha interessato della questione Giovanni Caruso – hanno ricostruito i carabinieri – consegnandogli anche le riprese video della rapina. Questi si e’ attivato per l’identificazione e il rintraccio dei rapinatori, sequestrati all’interno di un garage, dove sono stati trattenuti sino all’arrivo dell’ideatore delle rapine, pestato a sangue alla presenza di Giuseppe Calvaruso“.

Per gli investigatori dei carabinieri di Palermo, coordinati dai magistrati della Dda, che lo hanno fermato ieri pomeriggio insieme ad altre quattro persone Giuseppe Calvaruso era il socio occulto di uno dei più noti ristoranti del centro di Palermo: il Carlo V di piazza Bologni, a pochi passi dalla cattedrale e dal palazzo reale. Formalmente intestato ai fratelli Giuseppe e Benedetto Amato (entrambi indagati) per i magistrati della Dda era in parte di proprietà di Calvaruso.

Secondo gli inquirenti il capo mandamento di Pagliarelli oltre agli investimenti immobiliari puntava molto sui ristoranti da acquistare e rilanciare con il denaro frutto delle attività illecite del mandamento: droga, racket, scommesse clandestine e videopoker. Oltre al Carlo V dove i carabinieri hanno immortalato nell’estate 2017 a pranzo l’ex capo mandamento Settimo Mineo con la moglie, Calvaruso voleva comprare il ristorante Azzurra, considerato dal boss uno dei ristoranti più belli di Palermo.

Il pranzo di Pasqua con la famiglia è stato fatale a Giuseppe Calvaruso, ritenuto capo del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli che da tempo si era trasferito in Brasile e che era tornato in città per i giorni di festa per poi partire per l’America. I carabinieri del comando provinciale, nel corso dell’operazione Brevis, lo hanno fermato mentre era con la sua famiglia per festeggiare la Pasqua.

Questo l’elenco dei destinatari del fermo eseguito dai carabinieri di Palermo nell’ambito dell’operazione antimafia “Brevis” che ha colpito il mandamento di Pagliarelli: il reggente Giuseppe Calvaruso, 44 anni: Giovanni Caruso, 50 anni; Silvestre Maniscalco, 42 anni; Francesco Paolo Bagnasco, 44 anni, Giovanni Spanò, 60 anni. Devono rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione consumata e tentata, lesioni personali, sequestro di persona, fittizia intestazione di beni, tutti reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti della Dda di Palermo, Federica La Chioma e Dario Scaletta.

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