“Le stragi del ’92 furono il peggior investimento della mafia siciliana. Da quegli attentati del ’92 sono nate le nuove norme antimafia. All’inaudita violenza si rispose con misure mai viste e, giorno dopo giorno, grazie al nuovo slancio delle coscienze e agli importanti provvedimenti adottati dal Parlamento abbiamo ottenuto risultati straordinari. La legislazione ha messo in campo strumenti sempre più efficaci che sono nati dall’esperienza e dalle intuizioni di Falcone e Borsellino“. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo nel corso della commemorazione del giudice Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio di 30 anni fa dalla mafia, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta. “Le mafie possono essere sconfitte colpendole nell’emblema della loro protervia, il denaro – ha spiegato – Ci attende una stagione di ingenti finanziamenti e investimenti di risorse pubbliche“.
“L’impegno è assicurare che le somme del Pnrr vengano schermate dai condizionamenti criminali in un mondo globalizzato le mafie agiscono su piani molteplici – ha aggiunto – Serve stringere alleanze tra Stati per dare una risposta comune a un nemico che prospera negli spazi lasciati senza presidio“. Lamorgese ha ricordato l’importanza della cooperazione giudiziaria internazionale e della istituzione della Procura europea, “tassello ulteriore, questo – ha proseguito – volto a colpire le finalità finanziarie delle mafie“. I successi ottenuti però non devono illuderci di una vittoria già ottenuta”, ha concluso.