Sequestrati e congelati beni e immobili per un valore di 100 milioni di euro, all’imprenditore messinese Giuseppe Busacca che ha costruito un impero economico che ruota attorno alle cooperative di assistenza ad anziani e disabili nel Messinese. L’accusa è di avere reinvestito soldi illeciti provenienti dal clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione di Tribunale di Messina, su richiesta del Procuratore Maurizio De Lucia e del Questore, riguarda diverse società cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili.
L’operazione, denominata Hera, è stata condotta dalla Polizia di Stato e dalla Direzione distrettuale antimafia con la Divisione Anticrimine della Questura di Messina e il Servizio Centrale Anticrimine “nel quadro – si legge in una nota – di una più ampia strategia di contrasto avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine”.
“Questa mattina è stato inflitto un nuovo ed importante colpo alla mafia, grazie all’operazione della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica di Messina. Sono stati sequestrati beni per un valore di circa 100 milioni di euro“: è il commento di Nicola Morra Presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Il maxisequestro nasce da un’indagine che portò all’arresto e poi alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa di Santo Napoli, ex consigliere comunale di Milazzo, infermiere, ritenuto vicino ai clan dei barcellonesi. L’inchiesta accertò i rapporti tra Napoli e Busacca, soci nella gestione di diverse discoteche.
Secondo gli inquirenti Busacca gestirebbe “in modo criminale una rete di cooperative nel settore sociale”. L’imprenditore, inoltre, è già stato arrestato per estorsione e per una truffa in erogazioni pubbliche ed accusato di aver assunto alcune impiegate per ottenere contributi, salvo poi costringerle alle dimissioni.
“Oggetto del sequestro di ben 100 milioni di euro sono – spiega il Presidente – beni ed assetti societari, cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili (tra cui numerose ville di consistente valore), ubicati nell’area milazzese e nebroidea, nonché il congelamento di somme di denaro in Paesi esteri”.
“Quello odierno – conclude Morra – è il risultato del brillante lavoro condotto dalla Divisione Anticrimine e dal Servizio Centrale Anticrimine, nel quadro di una la più ampia strategia di contrasto avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine. Questa è la dimostrazione che lo Stato ha gli strumenti e la forza per contrastare le mafie”.