La procura generale di Palermo ha disposto una perquisizione a casa dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada. Il provvedimento è stato disposto nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio dell’agente Nino Agostino.
Il poliziotto era stato ucciso assieme alla moglie a Villagrazia di Carini, nel 1989. La Procura generale ha avocato l’inchiesta sul delitto dopo la richiesta di archiviazione presentata dai pm del capoluogo. Per l’omicidio sono iscritti nel registro degli indagati i boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto.
Del fascicolo sono titolari il procuratore generale Roberto Scarpinato e i sostituti Domenico Gozzo e Umberto De Giglio.
Nei giorni scorsi i magistrati avevano disposto accertamenti su una calibro 38 trovata in un arsenale della mafia in contrada Giambascio, a San Giuseppe Jato, nel 1996. Tra fucili, mitragliatori, munizioni, mine anticarro e congegni elettrici del boss Giovanni Brusca venne sequestrata una pistola che ha attirato l’interesse degli inquirenti. L’arma, che i boss hanno cercato di alterare e che è stata danneggiata, verrà esaminata dai consulenti della procura generale, da quelli dei due indagati per il delitto, e dal perito del gip.
Contrada venne condannato per concorso in associazione mafiosa a dieci anni. Dopo un tentativo di revisione dichiarato inammissibile si è rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Tre anni fa i giudici, con una sentenza che ha fatto discutere, hanno condannato l’Italia a risarcire il funzionario, nel frattempo radiato dalla polizia, concludendo che non andava processato né condannato. Questo perché il reato di concorso in associazione mafiosa ha assunto una dimensione chiara e precisa solo con la sentenza Demitry, del 1994. E Contrada era finito davanti ai giudici per fatti precedenti a quella data.
Un anno fa, quindi, la Cassazione ha annullato senza rinvio la decisione dell’appello revocando la condanna e privando il verdetto della eseguibilità e degli effetti penali. Come l’interdizione dai pubblici uffici.
Il difensore di Contrada: “Complimenti per la brillante operazione”
“Esiti investigativi rilevanti nella perquisizione Contrada: un album fotografico con la Squadra Mobile e il Dott. Giuliano, trascrizioni di pubblici processi, manoscritto non terminato di Contrada di due pagine contenente una lettera non terminata da indirizzare alla Procura della Repubblica di Palermo”. Così il difensore di Bruno Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, commenta la perquisizione disposta oggi dalla Procura Generale di Palermo. Contrada non risulta indagato. “Complimenti per la brillante operazione! Seguiranno aggiornamenti” sottolinea il legale.