Processo nullo, mafiosi di Brancaccio tornano in libertà. La corta d’Appello di Palermo ha dichiarato nullo il decreto che ha disposto il giudizio per 15 indagati e ne ha ordinato l’immediata scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare. La corte d’Appello presieduta da Mario Fontana ha recepito il pronunciamento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha accolto la tesi dei difensori di alcuni imputati secondo cui il gup che firmò i rinvii a giudizio era incompatibile in quanto in precedenza aveva firmato alcune proroghe di intercettazioni in qualità di gip.
La corte d’Appello ha dunque annullato il processo di primo grado per i quindici imputati di far parte delle famiglie mafiose di Brancaccio. Condanne pesanti i boss che da oggi sono liberi di affrontare il secondo processo con il solo obbligo di firma, deciso per la loro pericolosità sociale. Le condanne annullate riguardano Giovanni Lucchese (17 anni), Giuseppe Caserta (18 anni), Pietro Clemente (2 anni), Claudio D’Amore (17 anni), Cosimo Geloso (16 anni), Marcello La Cara (un anno e 8 mesi), Tiziana Li Causi (un anno e 6 mesi), Bruno Mazzara (2 anni e 2 mesi), Vincenzo Passantino e Salvatore Scaffidi (6 mesi ciascuno), Michele Rubino (8 mesi), Francesco Paolo Saladino (2 anni), Maurizio Stassi e Francesco Tarantino (1 anno e 6 mesi ciascuno) e Vincenzo Vella (20 anni in continuazione con le precedenti condanne).
I quindici scarcerati vennero arrestati nel 2017 in un blitz della squadra mobile e del Gico della guardia di finanza che smantellarono i vertici del mandamento di Brancaccio ei prestanome dei clan che figuravano a capo delle attività imprenditoriali della cosca. Ora si dovrà celebrare una nuova udienza preliminare con un gup diverso e poi il secondo processo di primo grado.