Erano stati arrestati nel 2014 a seguito dell’operazione “Reset” che aveva smantellato il clan di Bagheria, con l’arresto di 31 persone, tra boss di lungo corso e giovani leve, appartenenti alle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia. Adesso dopo le condanne in primo grado sono arrivate quelle in appello nei confronti di 25 imputati.
Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsioni e, nel caso di Michele Modica ed Emanuele Cecala, omicidio. Confermate le condanne inflitte nei loro confronti: il primo era stato condannato all’ergastolo e il secondo a trent’anni per l’uccisione di Antonio Canu freddato il 28 gennaio 2005 a Caccamo. Ridotte le condanne a: Salvatore Buglisi a 1 anno (3 anni e 6 mesi), Atanasio Leonforte 8 anni e 5 mesi (10 anni e 6 mesi), Nicolò Lipari 9 anni (10 anni e 6 mesi), Andrea Lombardo 6 anni e 7 mesi (6 anni e 10 mesi), Francesco Pretesti 6 anni e 7 mesi (6 anni e 10 mesi), Francesco Raspanti 4 anni e 8 mesi (6 anni), Paolo Salvatore Ribaudo 8 anni (10 anni), Giovanni Battista Rizzo 7 anni e 6 mesi (8 anni), Francesco Speciale 7 anni e 1 mese (8 anni e 9 mesi).
Rideterminate quelle a Carlo Guttadauro 8 anni e 8 mesi in continuazione (5 anni e 4 mesi), Giuseppe Di Fiore a 14 anni e 8 mesi in continuazione (10 anni e 8 mesi), Giovanni Pietro Flamia a 11 anni e 6 mesi in continuazione (10 anni e 6 mesi), Francesco Pipia 8 anni (assolto), Giorgio Provenzano 11 anni e 6 mesi in continuazione (10 anni e 6 mesi).
Dichiarata nulla la sentenza nei confronti di Vincenzo Maccarrone: gli atti tornano al Gup. Confermata la sentenza per Giovanni Di Salvo 7 anni e 2 mesi, Giovanni La Rosa 6 anni e 10 mesi, Pietro Lo Coco 10 anni e 6 mesi, Fabio Messicati Vitale 3 anni e 6 mesi, Bartolomeo Militello 3 anni e 6 mesi, Carmelo Nasta 3 anni, Giovanni Salvatore Romano 6 anni e 4 mesi, Francesco Terranova 6 anni e 8 mesi.