La maggioranza all’Ars va ancora sotto. E’ un vero e proprio mare il tempesta il post provinciali per la coalizione di centrodestra a Sala d’Ercole.
Il ddl stralcio sulle politiche abitative è stato bocciato, incassando 31 voti contrari e 18 a favore. Un copione analogo era già andato in scena nel corso della seduta di ieri.
L’aula è poi ripartita con l’esame del ddl stralcio in materia di sanità. Ma anche in questo caso è prevalso l’impasse. Il numero legale non è stato raggiunto e la seduta è stata rinviata a martedì 13 maggio alle 15. Nonostante la mancanza del voto finale all’intero ddl, alcuni dei punti sono stati approvati. Tra questi da segnalare il via libera unanime alla norma che consente alla legge sull’aborto di poter essere operativa anche negli ospedali pubblici siciliani e alle norme relative ai disabili psichici.
Cosa prevedeva il ddl sulle politiche abitative
Il disegno di legge era stato approvato dalla IV Commissione, presieduta dal deputato dell’Mpa Giuseppe Carta. La norma, composta da quattro articoli, prevedeva l’estensione del termine ultimo per la regolamentazione dell’esercizio abusivo al 30 giugno del 2025. Attenzione nel testo era riservata agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, gestiti e di proprietà degli Istituti Autonomi Case Popolari, da considerare ‘alloggi sociali’ per garantire la coesione sociale e aiutare persone e famiglie in difficoltà economica. Il ddl prevedeva inoltre l’approvazione di una delibera da parte dei Comuni, entri il 31 marzo di ogni anno, per identificare gli immobili abusivi acquisiti dal patrimonio comunale e pronti alla vendita, indicando un regolamento chiaro e trasparente per definirne i criteri. Le somme ottenute dalla vendita degli immobili sarebbero state destinate alla riqualificazione di altri immobili e per realizzare interventi di edilizia sociale (CLICCA QUI).
De Luca (M5S): “Governo ancora battuto”
A sottolineare il momento buio all’Ars sono le opposizioni. “La nuova sonora batosta in aula del governo, pesantemente battuto oggi sul ddl stralcio della IV commissione sulle politiche abitative, dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, che la maggioranza di Schifani è ormai inesistente“. Ha dichiarato il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Antonio De Luca che ha evidenziato come “lo confermano le ormai ricorrenti bocciature dell’esecutivo che arrivano puntualmente col contributo di grandi frange dei partiti che sostengono Schifani, pronte a togliersi numerosi sassolini dalle scarpe con la copertura del voto segreto“.
“Ci chiediamo a questo punto – continua De Luca – come immagina, questo governo, di portare a casa le importanti riforme che la Sicilia attende da tempo in un clima di vendette trasversali alimentato dalla bramosia di poltrone, manifestatasi in occasione della nomina dei manager della sanità e ancora più recentemente in occasione delle elezioni di secondo livello per le Province“.
Le tensioni di ieri e l’appello di Pellegrino
Ieri pomeriggio, infatti, con il parere favorevole della IV Commissione Ambiente, guidata dal presidente Giuseppe Carta, era stato bocciato il primo articolo di un disegno di legge in materia di politiche abitative, 31 i voti contrari e 12 i favorevoli, che estendeva il termine ultimo per la regolamentazione dell’esercizio abusivo al 30 giugno del 2025.
A creare e alimentare tensioni all’interno della coalizione vi sarebbero le pressioni di alcuni partiti della coalizione per un rimpasto di governo, a partire dal Mpa, con cinque parlamentari, lo stesso numero di quelli della Dc che però esprime già due assessori, che spinge per avere il secondo assessore in giunta. In questo clima c’è chi prevede un percorso difficile per la manovrina da 50 milioni, approdata ieri nelle Commissioni dell’Ars.
In tal senso, il capogruppo di Forza Italia Stefano Pellegrino aveva lanciato un appello: “Il voto all’Assemblea regionale siciliana su un disegno di legge di iniziativa parlamentare, che contiene norme proposte da forze politiche diverse di maggioranza e opposizione, non può e non deve assumere una connotazione politica. Soprattutto nel momento in cui sull’articolo specifico che è stato respinto il governo, per bocca dell’assessore Aricò, si era rimesso alle decisioni dell’aula. È noto che dopo le recenti elezioni provinciali, che hanno visto la maggioranza che sostiene il governo regionale conquistare oltre il 70% dei seggi, con Forza Italia primo partito, si è avviato un dibattito all’interno del centrodestra, ma tale dibattito non ha sicuramente a che vedere con i lavori di oggi dell’Assemblea né con l’andamento del voto parlamentare“.