PALERMO – Fra le ultime tappe di avvicinamento all’apertura di Manifesta 12, la biennale nomade di arte contemporanea che si aprirà il 16 giugno, si è svolto all’Orto Botanico, all’interno della manifestazione “Una marina di libri“, un incontro con Ippolito Pestellini Laparelli, uno dei quattro curatori del progetto, che ha spiegato le origini del tema scelto “Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza” (The Planetary Garden. Cultivating Coexistence).
Erano presenti anche Giuseppe Veniero, vice presidente Consorzio Piazza Marina e dintorni, e Giuseppe Barbera, agronomo dell’Università degli Studi di Palermo che, dall’inizio, ha affiancato curatori e artisti per la realizzazione dei loro progetti.
L’Orto Botanico sarà una delle 22 sedi scelte da Manifesta 12 dove si indagherà su vecchi e nuovi rapporti di coesistenza emersi dall’osservazione sulla natura.
Il tema della Biennale ha visto la luce partendo dall’osservazione del famosissimo quadro “Veduta di Palermo” di Francesco Lo Jacono, del 1875, da cui sono scaturite riflessioni a catena che vedevano la città di Palermo al centro di trasformazioni, epocali, e quindi ideale punto di partenza per raccontare la condizione mondiale.
Il gruppo curatoriale, composto al completo insieme a Pestellini Laparelli da Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Mirjam Varadinis, è partito dalla considerazione di Gilles Clèment, filosofo, etnologo botanico e paesagista, che metteva l’uomo al centro della cura del Pianeta intero, inteso come giardino planetario.
A vent’anni di distanza i curatori hanno messo in discussione questa tesi considerando il presupposto che l’uomo non è più sufficiente ad essere l’unico attore responsabile ma è necessario coinvolgere gli “altri abitanti“, animali, vegetali, minerali, per la comprensione di quanto accade sulla Terra in questo preciso momento storico.
L’Orto Botanico, che è un giardino per definizione in quanto spazio chiuso, pur non essendo la più antica istituzione del settore è di sicuro il più ricco di biodiversità, (concetto scoperto proprio a Palermo sulle falde di Monte Pellegrino – ndr), fulcro ideale per la riflessione sulla coltivazione della coesistenza.
Al suo interno sono già stai allestiti i progetti di Alberto Baraya, artista colombiano, che ha investigato la riproduzione delle piante artificiali realizzando un erbaio nella serra Carolina; quello di Leone Contini, antropologo che indaga le trasformazioni del paesaggio agricolo italiano che ha realizzato una pergola di zucche di diverse origini a partire dalla cocuzza siciliana, nella parte coloniale del giardino. E l’intervento di Michael Wang, artista con background scientifico, che concentrandosi sul rapporto con la tossicità dei luoghi, nei pressi del gasometro e in una parte dell’orto, ancor non svelata, ha piantato un frammento di foresta carbonifera.
Martedì 12 giugno, si svolgerà sempre all’Orto un incontro nella sala Lanza, dalle 18,30 alle 21, dal titolo “Tre Paesaggi diversi.
Verrà proiettato il docufilm “Side Fileds“, realizzato dal palermitano Davide Gambino, paesaggio del nord Irlanda che nel 2018 ha ricevuto il premio Carlo Scarpa, dalla Fondazione Benetton; seguirà una conferenza di Christoff Fishes sul popolo Tilomba che vive in una parte del Brasile, e si chiuderà con Giuseppe Barbera che parlerà dei giardini di Pantelleria, da cui ha preso spunto l’attività del duo di artisti realizzata tra lo Spasimo, il Giardino dei Giusti, e la sede scout “Volpe Astuta” sulla possibilità degli alberi di emanciparsi dalla necessità dell’acqua per la loro sopravvivenza.
Manifesta 12 presenterà a Palermo 31 progetti nuovi che coinvolgeranno 48 artisti in tutto, tra architetti, architetti del paesaggio, botanici geografi, scrittori, antropologi e operatori di diversi settori poiché, come ci ha detto Ippolito Pestellini Laparelli “le pratiche artistiche oggi si trovano all’intersezione di diverse discipline che possono parlare con cognizione di causa di questioni urgenti per l’umanità“.
Concludono i numeri della Biennale le 22 location, da Pizzo Sella alla Costa Sud, che apriranno luoghi storici come Palazzo Costantino, Palazzo Forcella de Seta, Palazzo Ajutamicristo, l’Oratorio dei Peccatori, Palazzo Butera, la Casa del Mutilato, l’Oratorio di San Lorenzo, per un totale di 71 iniziative, compresi i progetti Collateral, che Manifesta utilizzerà come dispositivo per svelare le diverse città che co-esistono a Palermo.
Manifesta 12 è uno dei principali progetti all’interno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.