Manovra finanziaria e ipotesi di esercizio provvisorio sono i temi della conferenza stampa di fine anno affrontati con il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galavgno.
“L’obiettivo è ascoltare le istanze di tutto il Parlamento. Domani, probabilmente, faremo riunione di capigruppo a fine seduta per concordare insieme il percorso da seguire per il bilancio. Non vogliamo fare nessuna imboscata né fare prevalere i numeri della maggioranza. Ci sarà anche l’assessore all’Economia Marco Falcone che verrà a impostare insieme a noi un percorso da seguire. La vera scommessa è quella di offrire l’anno prossimo ai siciliani una manovra finanziaria che venga fatta entro il 31 dicembre”.
“Il bilancio è il tema più delicato dell’anno e l’invito è quello di ascoltare tutto il parlamento, c’è un’intesa nel voler fare un esercizio provvisorio che non vuole essere come gli altri anni caratterizzati dal Covid– ricorda Galvagno – e di sicuro non vogliamo fare un esercizio provvisorio che metterebbe in ginocchio imprese e siciliani. Ma è giusto fare le cose per bene, analizzando il testo soprattutto per migliorarlo. Possibilmente ci sarà l’invito dei capigruppo nel volere fare un esercizio provvisorio di massimo due mesi nel contempo dobbiamo lavorare con le commissioni di merito e bilancio e, poi, con l’aula”.
Questa nuova legislatura siciliana segnerà la stagione delle riforme? Galvagno dice “Vanno fatte bene per evitare l’impugnativa da parte dello Stato”, tuttavia il dato sull’impugnativa va letto in rapporto al numero di articoli di dubbia costituzionalità. Lo ha spiegato il segretario generale dell’Ars Fabrizio Scimè. “Una norma impugnata, rispetto a centinaia di articoli che può contenere una legge, non significa subire il 100% dell’impugnativa. Si cerca di rintracciare i problemi in tempi congrui per i deputati e per gli uffici. Poi il confronto con le amministrazioni di Camera e Senato è fondamentale”.
Durante la conferenza stampa non poteva non essere sollevata la preoccupazione per i conti della Regione. “C’è interlocuzione intensa tra Presidente Schifani e il ministro Giorgetti – risponde il presidente dell’Ars- . Sono giorni fondamentali anche per la parifica e ci potrebbe essere un emendamento determinante per risolvere il problema”.
Autonomia? “Non sono contrario al concetto, ma lo sono rispetto al punto di partenza. La Sicilia viaggia anni luce di distanza, non parte dallo stesso nastro di partenza delle altre Regioni d’Italia, che sono più sviluppate dal punto di vista delle infrastrutture, dei collegamenti interni, della sanità- per fare degli esempi – dunque l’autonomia non è equilibrata in questo senso. Se ci mettessero nelle stesse condizioni in cui si trova il resto del Paese, allora sarebbe una strada percorribile”.
Tutte questioni analizzate alla luce del rapporto privilegiato tra Roma e Sicilia caratterizzate da un governo dello stesso colore politico. “Ma il rapporto privilegiato con l’esecutivo nazionale deve essere inteso come opportunità” e “nell’ottica di dare risposte concrete ai siciliani che nel passato non ci sono state”, tiene a precisare il presidente Galvagno. Decisamente non è da intendersi come un rapporto che non porti a nulla. Privilegiato, certo, ma che deve essere tenuto sotto controllo affinché siano date le risposte di cui la Sicilia ha bisogno, “Il nostro obiettivo è riuscire a trovare soluzioni nel minor tempo possibile per venire incontro ai tantissimi e gravosi problemi dei siciliani. Non cerchiamo più pannicelli caldi, ma soluzioni concrete, reali e sostenibili. E credo che ci siano tutte le carte in regole per essere vicini anche alle esigenze dei territori. Abbiamo un’opportunità unica: abbiamo un governo regionale e un governo nazionale che sono dello stesso colore e quindi ci auguriamo che questa volta ci sia una voce unanime che possa portare a delle risposte fattive”.