“Il recente voto dell’Aula, in occasione dell’approvazione della manovra economica, – dichiara il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace – ha avuto il merito di fare chiarezza sugli equilibri politici all’interno del Parlamento siciliano e sulle cosiddette ‘geometrie variabili’ che ne caratterizzano, sempre più spesso, il percorso legislativo e le dinamiche elettorali sui territori”.
“Partiti, ufficialmente all’opposizione del Governo Schifani, come il Pd, usano oggi il linguaggio finanziario della borsa, anziché quello dei lavoratori, per giustificare l’ingiustificabile: il loro no a provvedimenti per il lavoro, a misure di sostegno nei confronti degli agricoltori, a iniziative per il rilancio del settore dell’editoria. Un Pd, appalesatosi alle cronache recenti litigioso e diviso nell’accaparramento di posti, di poltrone e similari negli organi di partito.
Questo Pd, che dice no agli interessi dei lavoratori, che volta le spalle agli agricoltori, ai precari dei consorzi di bonifica, è lo stesso partito che appena tre mesi fa, contrariamente alle dichiarazioni di facciata e, soprattutto, alle direttive ufficiali del segretario regionale Barbagallo, è stato protagonista di uno dei più grandi e clamorosi ‘inciuci’ politici grazie un’alleanza innaturale con alcuni partiti della maggioranza di centrodestra che proprio i dem dicono, a parole e con i soliti slogan, di combattere e contrastare”.
“Nel Parlamento Siciliano – aggiunge il deputato – c’è una maggioranza che sostiene lealmente, e alla luce del sole, il Presidente Schifani e l’azione del governo. Poi ce n’è un’altra, di maggioranza, trasversale, meno visibile, ‘carbonara’ col Pd protagonista, che all’ombra del voto segreto sostiene e ostacola il governo ad intermittenza per tutelare interessi che, dall’esito del voto dall’Aula, sembrano non corrispondere con quelli, legittimi, dei lavoratori in attesa di risposte e di certezze. Sono quegli stessi uomini che adottano la comoda e redditizia politica dei ‘due forni’, che in pubblico fanno di tutto per mostrarsi, contrariamente alla narrativa delle cronache agrigentine, dalla parte dei cittadini e dei loro legittimi interessi”.
“Per il momento e solo per il momento, eviteremo di entrare nel merito delle dinamiche che hanno visto protagonisti i novelli e i vecchi puritani in occasione dei provvedimenti per i territori nelle passate manovre finanziarie , ci riserviamo però di farlo nell’immediato futuro. Ai sedicenti autonomisti e ai voluttuosi democratici – conclude il parlamentare – vorrei chiedere: quale torto vi hanno fatto gli agricoltori, i lavoratori dei consorzi e gli operatori della stampa, per meritare il vostro incomprensibile no allo stanziamento di risorse a loro beneficio?”