“Quaranta anni fa riunire un consiglio comunale per parlare di mafia era inimmaginabile: la parola mafia non si pronunciava, eppure era padrona delle nostre città. I boss comandavano più degli amministratori, i sindaci potevano anche cambiare, ma i mafiosi restavano nei nostri territori. Difficilmente venivano arrestati e se lo erano, tornavano dal carcere più forti di prima, con un’autorevolezza maggiore. Siamo qui a Casteldaccia, alla seduta aperta del consiglio comunale, per ribadire che la commissione regionale Antimafia aderirà alla 42esima marcia antimafia Bagheria – Casteldaccia organizzata dal centro Pio La Torre”.
Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia all’Ars, intervenendo a Casteldaccia all’iniziativa organizzata dal centro studi Pio La Torre insieme alle scuole, alle associazioni e ai Comuni del comprensorio che il 26 febbraio ricorderanno in marcia, insieme, la reazione della società civile contro la mafia lungo quella via dei Valloni scelta dai killer come strada di fuga nel cosiddetto “Triangolo della morte”.
“L’indifferenza della gente comune ha reso i mafiosi cosi forti da far credere loro di poter fare quello che volevano nei nostri territori – ha aggiunto Cracolici – Oggi lo Stato c’è, è uno Stato che arresta 181 mafiosi, mentre la mafia arranca. Dobbiamo partecipare alla marcia non solo per ricordare le migliaia di vittime di cosa nostra, ma anche per impegnarci per capire cosa è diventata la mafia oggi e cosa sta succedendo nei nostri territori”.