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Il problema

Dalla carenza di ispettori e medici alle risorse per la formazione: le solite ombre dietro la strage di Casteldaccia

martedì 7 Maggio 2024

E’ passata circa una settimana dal primo maggio e ancora una volta è  purtroppo drammaticamente chiaro come la lezione non sia stata appresa e assimilata.

Al di là delle feste e i concerti sparsi per la Penisola, utili certamente a sensibilizzare sul tema, l’ennesima strage sul luogo di lavoro ha scosso l’opinione pubblica, sbattendo in faccia la cruda realtà. Le cinque vittime di Casteldaccia (CLICCA QUI) sono soltanto le ultime di un sistema incapace di garantire sicurezza e stabilità ai lavorati.

Le indagini della magistrature sull’incidente nel Palermitano sono in corso, ma le prime ricostruzioni pongono l’accento su tante questioni. Un quadro precario che i sindacati da anni denunciano. Oltre a non avere le maschere con il filtro, i cinque operai sarebbero stati sprovvisti anche di altri dispositivi di sicurezza obbligatori per legge. I vigili del fuoco, intervenuti sul posto, hanno rilevato la presenza di idrogeno solforato, un gas prodotto dalla degradazione batterica, incolore ed estremamente tossico poiché irritante e asfissiante, in quantità dieci volte superiore al limite. Anche gli operai avrebbero dovuto usare il gas alert adoperato dai soccorritori prima di introdursi nella fogna.

In segno di protesta, e nella speranza che qualcosa possa finalmente muoversi, la reazione dei sindacati confederali ieri non è tardata ad arrivare e hanno indetto lo sciopero generale per le prime quattro ore ad inizio turno dei lavoratori del territorio palermitano. Questa mattina si sono riuniti in un sit-in davanti la Prefettura in via Cavour.

Il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio non ha dubbi: “Quella di ieri è una strage enorme“. Dunque, era possibile evitare il triste epilogo?Tutte le morti sul lavoro sono evitabili, attraverso le misure adeguate di sicurezza. Le indagini della magistratura sono in corso e verificheremo. Ormai abbiamo tutti compreso come la sicurezza sia un elemento centrale nel mondo del lavoro e dobbiamo tutti sostenerlo con grande impegno. Non è possibile limitarci alla fase del cordoglio. Abbiamo presentato e stiamo spingendo proposte chiare“.

Richieste che apparentemente dovrebbero essere la normalità, ma che osservando attentamente sono ancora lontane dalla loro piena attuazione. Tra le proposte dei sindacati “molti più ispettori del lavoro che controllino, una formazione qualificata dei lavoratori e delle imprese, estendere le norme che riguardano gli appalti pubblici agli appalti privati, che ci siano più medici del lavoro, che si investano risorse più forti in formazione, e una parte di queste attraverso risorse che l’Inail stessa ancora non ha speso devono sostenere le famiglie e le rendite per le famiglie che subiscono le morti sul lavoro. Occorre – aggiunge Cappuccio – un grande e forte patto sociale sulla sicurezza sul lavoro. Istituzioni, sindacati e imprese devono spingere in modo chiaro affinché si fermi questa strage di morti sul lavoro. In Sicilia negli ultimi mesi c’è stato un aumento fortissimo, non è più sostenibile. Ci sono dei confronti aperti però adesso basta con le parole, bisogna agire solo con i fatti“.

L’appello inevitabilmente è rivolto anche alla Regione affinché recepisca la norma a cui conseguirà “l’aumento degli ispettori del lavoro, ma questo si può fare velocemente purtroppo il sistema perde tempo ed è burocratizzato. Bisogna assolutamente andare avanti, ci sono quasi 809 ispettori sul livello nazionale che sono stati già ottenuti. Sono ancora insufficienti – conclude il segretario generale Cisl Sicilia – ma una parte di questi deve andare immediatamente alla Sicilia. Questo deve essere un impegno immediato della Regione. Non si può più perdere tempo“.

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