La Procura di Marsala (TP) ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque persone per un’ipotesi di maxi-truffa all’Inps che nell’arco di sei anni (dal 2012 al 2018) avrebbe procurato all’ente di assistenza e previdenza un danno di oltre 638 mila euro. Si tratta di somme erogate a titolo di indennità di disoccupazione sulla base di assunzioni, secondo l’accusa “fittizie“, di oltre duecento lavoratori, in buona parte tunisini.
Molti dei quali residenti a Mazara del Vallo, che sarebbe l’epicentro della truffa, altri a Marsala, Petrosino, Campobello di Mazara, Ribera, Sciacca e anche in centri del nord Italia. L’indagine è stata condotta dai carabinieri. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per Sergio Agnello, di 46 anni, Nicolò Passalacqua, di 53, Salvatore Asaro, di 63, Francesco Di Pietra, di 53, tutti di Mazara del Vallo, e Mehdi Ammari, di 45, di Campobello di Mazara.
Tra questi, un ruolo centrale avrebbe avuto Di Pietra, consulente, originario di Castelvetrano, al quale nel novembre 2020 venne sequestrato lo studio professionale. Agnello, Passalacqua e Asaro erano titolari di aziende sulla carta operanti nei settori edile, metalmeccanico e agricolo che venivano usate per le assunzioni fittizie necessarie per incassare le indennità di disoccupazione. Passalacqua sarebbe stato, in particolare, “promotore, costitutore e organizzatore del sistema di truffe“. Il tunisino Mehdi Ammari avrebbe avuto il compito di procacciatore di lavoratori da assumere sulla carta. Le accuse a vario titolo contestate sono la truffa in concorso e il falso ideologico. Nel novembre 2020, ai cinque furono sequestrati beni per circa un milione di euro.