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Sanità: maxi-appalto e corruzione, arrestato primario a Catania

lunedì 25 Febbraio 2019
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Due persone agli arresti domiciliari, compreso il primario di un ospedale, e altre quattro destinatarie di provvedimenti interdittivi. È lo sviluppo di un’inchiesta della Procura di Catania su un appalto da 55,4 milioni di euro bandito dall’azienda Policlinico-Vittorio Emanuele.

Il provvedimento del Gip, che ipotizza i reati di turbata libertà degli incanti, corruzione, istigazione alla corruzione, concussione e riciclaggio, è stato eseguito dalla guardia di finanza. Per altri tre dirigenti medici il Gip ha disposto interrogatori per valutare la richiesta di emissione della misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di pubblico servizio chiesta dalla Procura.

Al centro delle indagini delle fiamme gialle la gara del 17 luglio 2018 per “l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del bacino della Sicilia Orientale, suddivisa in 209 lotti per complessivi 55.430.178 euro”.

IL PRIMARIO

professore Giuseppe Morgia il primario
Giuseppe Morgia (FOTO FB)

Il medico è il professore Giuseppe Morgia, primario di urologia dell’ospedale Policlinico, che è stato posto agli arresti domiciliari dal Gip di Catania. Il provvedimento restrittivo gli è stato notificato dalla guardia di finanza che ha eseguito le indagini.

Il prof. Morgia in passato ha ricoperto gli incarichi di direttore della clinica Urologica delle università di Sassari, dal 1 novembre 2001 al 30 novembre 2006, e di Messina, dal 1 dicembre 2006 al 31 ottobre 2009. Dal 1 novembre del 2009 è direttore della clinica Urologica dell’università di Catania, al Policlinico. Ha al suo attivo oltre 300 pubblicazioni su riviste nazionali, atti congressuali e su riviste presenti su Medline o dotate di impact factor. Ha scritto 16 capitoli nell’ambito di testi urologici e due monografie. Il prof. Morgia è stato presidente della Società Siculo-Calabra di Urologia ed è membro della Società italiana di urologia, di andrologia e di urologia oncologica, della Società europea di urologia e della Società americana di urologia. Tra i riconoscimenti scientifici ottenuti il Premio Salvia 1996 e 1998 e il Premio Siuro sezione Oncologia nel 2001.

I NOMI

Le persone agli arresti domiciliari nell’operazione ‘Calepino‘ sono il prof. Giuseppe Morgia, di 60 anni, primario di Urologia complessa del Policlinico di Catania, e Massimiliano Tirri, 51 anni, agente della ‘C. Bua’ srl di Bagheria (Palermo) che tratta la fornitura all’ingrosso di prodotti medicali.

Sospesi dall’attività professionale per un anno Tommaso Massimo Castelli, 40 anni, dirigente medico dell’equipe del prof. Morgia, Antonino Di Marco, 57 anni, rappresentante della ‘C. Buca’, Maurizio Francesco La Gattolla, di 58 anni, addetto alla vendita della ‘Boston scientific’ spa di Milano, e Domenico Tramontana, district manager della ‘Omega pharma srl’ di Cantù (Como).

C’è anche un ex consigliere comunale dal 2008 al 2013, per l’Mpa di cui nell’ultimo periodo è stato anche il capogruppo tra i 17 indagati dell’inchiesta ‘Calepino’ della Guardia di Finanza di Catania. E’ Sebastiano ‘Nello’ Diego Cimino, 46 anni, medico e collaboratore del professore Giuseppe Morgia finito ai domiciliari per corruzione, concussione e riciclaggio.

LE INDAGINI

Al centro delle indagini, avviate nello scorso settembre dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Catania dopo denunce di ditte escluse, l’appalto da 55,4 milioni di euro in cui l’azienda Policlinico era capofila dell’espletamento della procedura della gara per dispositivi urologici da assegnare a ospedali di Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Catania. Secondo la Procura “il prof. Morgia, pur non avendo alcun incarico formale, gestiva di fatto la gara, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati ‘su misura’ affinché l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso Morgia”. L’operazione sarebbe stata effettuata grazie alla “presenza in commissione di un dirigente medico della sua stessa equipe, Tommaso Massimo Castelli”.

In cambio avrebbe ottenuto ‘finanziamenti’ per partecipare a convegni, anche all’estero, e apparecchiature mediche personali. Tramontana, in cambio della prescrizione a suoi pazienti di 4 integratori prodotti dalla ditta per cui lavorava, accusa la Procura “effettuava bonifici per 10 mila euro, promettendo ulteriori 12 mila euro, a favore di un’agenzia di viaggi di Catania, che metteva a disposizione di Morgia i fondi in questione per viaggi del medico e dei suoi familiari”, annotando i fondi in un ‘Calepino’, che ha dato il nome all’operazione. Il prof. Morgia è accusato anche di concussione per avere bloccato gli ordini di materiale di consumo del ‘Robot da Vinci’ a una società che gli aveva negato 1.200 euro per una cena benefica di una onlus.

 

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