Mentre nelle capitali europee si litiga per le quote di migranti da accogliere, la carneficina continua. E il 2016 sarà ricordato come l’anno della catastrofe umanitaria. Secondo i dati raccolti dall’Oim già più di 4.200 tra rifugiati e migranti hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e raggiungere le coste europee . Soltanto la settimana scorsa sono annegate 240 persone al largo delle coste della Libia, tra loro c’erano donne in gravidanza e tantissimi bambini. Ma anche a chi riesce a mettere piede sul suolo europeo non va meglio. Dal racconto degli operatori di primo soccorso, gli oltre 160 mila migranti giunti quest’anno in territorio italiano arrivano in pessime condizioni fisiche e psicologiche. All’Italia è toccata una quota di quasi il 50 per cento dei migranti che arrivano in Europa via mare: l’Oim ha registrato 335 mila ingressi, la maggior parte in Grecia (169 mila), seguita dall’Italia con 160 mila ingressi. Per le statistiche, mentre sale in numero delle vittime delle carrette del mare, il totale degli arrivi in Europa è praticamente dimezzato rispetto al 2015. Sempre secondo Oim, infatti, nel 2015 sono entrati in area Schengen oltre 725 mila tra migranti e rifugiati. Basta voltarsi in questo conteggio di morti e dolore per ricordare che sempre in quell’anno, il 2015, le vittime delle migrazioni nel Mediterraneo erano state 3.770. Anche quest’anno la maggioranza dei decessi (3.743) avviene nelle rotte che collegano il Nord Africa e l’Italia.
Mediterraneo: 2016, l’anno dell’Apocalisse

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