In Sicilia, circa il 55% degli ultra 65enni soffre di almeno una patologia cronica, mentre il 18,2% dichiara di convivere con due o più malattie. La diffusione di queste condizioni aumenta con l’età, passando dal 17% tra i 65-74enni al 38% tra gli over 85, ed è più frequente tra le persone con basso status socioeconomico, raggiungendo il 41% tra chi segnala difficoltà economiche e il 31% tra chi ha un basso livello di istruzione.
La geriatria è la branca della medicina che si occupa della salute degli anziani, mirando non solo a una maggiore longevità, ma anche a una migliore qualità della vita. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, ha assunto un ruolo sempre più centrale, affrontando sfide legate alla prevenzione, alla gestione delle malattie croniche e alla riduzione della polifarmacoterapia. Oggi, oltre alla cura, si concentra sulla promozione di stili di vita sani e sulla personalizzazione delle terapie per migliorare il benessere degli anziani.
A parlarcene è Salvatore Abbate, direttore dell’Unità di Geriatria dell’Ospedale di Modica dell’Asp di Ragusa, che illustra le principali sfide e innovazioni del settore.
L’evoluzione e le sfide
“La geriatria, che potremmo definire l’opposto della pediatria, è oggi una delle specializzazioni che più affronta la sfida della longevità. Non si tratta solo di vivere più a lungo, ma di farlo in salute. Per questo la geriatria non si limita alla terapia e all’assistenza, ma punta anche alla promozione di nuovi stili di vita che possano migliorare la qualità della vita degli anziani. Oggi il geriatra non si occupa solo della stabilizzazione del paziente con patologie multiple, ma ha il compito di individuare i farmaci più appropriati. Dico sempre ai miei colleghi: ‘pochi ma buoni’. Questo principio è essenziale per evitare il fenomeno della polifarmacoterapia, che spesso porta più danni che benefici”.
Il diabete
“Nel nostro reparto ci occupiamo di numerose patologie croniche, con particolare attenzione al diabete, una malattia sempre più diffusa tra gli anziani. I nuovi farmaci oggi disponibili fanno la differenza: non solo riducono il rischio di ipoglicemie, ma proteggono il paziente da complicanze come ictus, infarto, insufficienza renale e cecità. Fino a 20-30 anni fa, il diabete era una delle principali cause di mortalità, mentre oggi possiamo trattarlo con maggiore sicurezza”.
La problematica della polifarmacoterapia
“Un aspetto cruciale della geriatria moderna è la gestione della polifarmacoterapia. Oggi abbiamo pazienti ultraottantenni che assumono mediamente dieci farmaci al giorno, ma non è detto che tutti siano necessari. Le condizioni di salute cambiano con il tempo, così come le esigenze terapeutiche. Il nostro obiettivo è ridurre la terapia laddove possibile, migliorando l’aderenza ai farmaci realmente utili e riducendo le interazioni negative. Ad esempio, i sonniferi sono spesso abusati e possono aumentare il rischio di cadute e demenza. La rivalutazione periodica del paziente è essenziale per comprendere quali terapie siano ancora necessarie e quali possano essere sospese. Con il mio team, stiamo lavorando su percorsi di deprescrizione, con un impatto positivo non solo sulla salute dei pazienti, ma anche sulla spesa sanitaria”.
L’importanza della comunicazione tra ospedale e territorio
“Un punto fondamentale è la collaborazione tra ospedale e medici di famiglia. Abbiamo sempre cercato di creare un rapporto sinergico con la medicina del territorio, per garantire continuità assistenziale ai pazienti. Il medico di base ha una conoscenza approfondita del proprio assistito e, grazie alla nostra disponibilità, possiamo lavorare insieme per personalizzare le terapie e migliorare la qualità della vita degli anziani“.