“Mettere in sicurezza il patrimonio sanitario pubblico” è fondamentale, tenendo conto dell’attuale situazione critica in cui sono le strutture del patrimonio sanitario pubblico, in particolare quelle siciliane.
La risoluzione bipartisan, firmata del senatore Francesco Zaffini (FdI) sarà esaminata presso la commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato.
Cosa prevede
La risoluzione punta soprattutto a superare “la farraginosità e la lunghezza dell’iter” per l’impiego delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Difatti sono circa 10,5 miliardi di risorse già stanziate per questo scopo che non sono state utilizzate dalle Regione a cui si aggiungono risorse a disposizione dell’Inail e, per il Sud, “risorse del fondo per la coesione”.
Oltre la sicurezza da furti e vandalismi, che si sono verificati in particolar modo nell’ultimo periodo, quindi, vi è la necessità di rendere anitisismici e antincendio gli edifici che nel corso degli anni stanno diventando fatiscenti e non sono a norma (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 2003 e decreto ministeriale 17 gennaio 2018; decreto ministeriale 19 marzo 2015, decreto ministeriale 20 febbraio 2020 e articolo 2, comma 9-bis, del decreto-legge n. 198 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2023).
Secondo la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, servirebbero 7 miliardi per la messa in sicurezza antincendio degli ospedali, ma il problema è “ l’accesso alle risorse – spiega il presidente Fiaso, Giovanni Migliore – Il 90% dei piani presentati è tuttora privo della necessaria copertura finanziaria per il completamento della messa in sicurezza delle strutture sanitarie e alcuni quadri economici richiederanno sicuramente un adeguamento dei prezzi previsti ormai anni fa”.
Per rendere più efficiente la macchina e velocizzare l’iter, si pensa all’utilizzo di un metodo stile Pnrr con scadenze per ogni fase di avanzamento della procedura, meccanismi di monitoraggio e di rendicontazione.
La voce dei medici
“Mettere gli edifici in sicurezza antisismica non è sempre facile, il Pnrr già lo prevedeva – dichiara Gaetano Buccheri, direttore sanitario del Civico di Palermo -. Purtroppo vi sono delle difficoltà perché molti ospedali hanno strutture storiche, come il Civico, e quelle moderne, invece, dovrebbero essere già antisismiche. Sarebbe doveroso migliorare tutte le situazioni, dove è possibile. Consideriamo che gli ospedali sono anche un punto di riparo da avvenimenti tragici come i terremoti“.
“Ben venga questa iniziativa – aggiunge Anselmo Madeddu, direttore sanitario dell’Asp e presidente dell’Ordine dei medici di Siracusa –. E’ un’esigenza che mette a disposizione delle risorse importanti, un’esigenza molto sentita, e non soltanto di adempimento legislativo, ma anche sanitario perché abbatterebbe anche il rischio clinico, l’obsolescenza e la progressiva diminuzione della loro efficienza. L’orientamento delle governance, difatti, sono sempre più puntate, non all’errore clinico del singolo, ma alla conseguenza del contesto, quindi di un errore clinico sistemico. In questo senso la fatiscenza di una struttura ospedaliera è una delle concause più importanti. La Sicilia ha investito molto sull’edilizia, vedi il Garibaldi di Catania o il Policlinico di Palermo che hanno realizzato una struttura unica per l’emergenza, ma in Sicilia un ospedale moderno non c’è”.
“E’ fondamentale, inoltre, pensare ad un coordinamento tra vari attori. Questa possibilità potrebbe dare un’ulteriore l’opportunità di rinnovare le strutture, ma bisognerebbe tener conto delle innovazioni tecnologiche che andrebbero installate all’interno – conclude -. Diversi ospedali non sono pronti ad accoglierle ed a metterle in funzionamento proprio perché mancano alcuni adempimenti. Inoltre c’è il problema dello smaltimento della vecchia apparecchiatura ed i piccoli lavori che a volte sono necessari per adeguare i locali e fare posto alla nuova macchina”.