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Violenza sulle donne

Messina, 10 anni di Posto Occupato: 47 sedie vuote, 47 femminicidi da gennaio ad oggi

sabato 1 Luglio 2023

Quarantasei donne, anzi, quarantasette. Quarantasei sedie vuote. Anzi, quarantasette. E mentre scrivo questo articolo potrebbero essere 48. Da gennaio 2023 ad oggi sono 47 le donne uccise in Italia. L’ultima è Michelle Maria Causo, 17 anni, assassinata, messa in sacco di spazzatura e infilata in un carrello della spesa. Il numero dei femminicidi è spaventoso se proviamo a contare dal 29 giugno 2013, quando Maria Andaloro mise il primo “posto occupato” al 29 giugno 2023. In occasione dei 10 anni di Posto occupato Maria Andaloro ha voluto realizzare un’installazione nel foyer del Palacultura di Messina che potrà essere visitata fino a domenica 2 luglio.

L’ha chiamata “Non c’è”: sono 47 sedie ognuna con il simbolo di Posto occupato ed il nome della donna che, per l’appunto, “non c’è più”, quel posto non lo potrà occupare né adesso né mai perché è stata uccisa. Un colpo d’occhio quelle sedie in entrambi i lati del salone, a ricordarci, una per una, dal 1 gennaio 2023 a ieri, che non sono numeri, ma donne, con una storia, sogni, progetti, speranze, fili spezzati dalla violenza di chi le ha uccise. In quasi tutti i casi l’assassino è una persona che conoscono, un familiare, un ex. Maria Andaloro in questi 10 anni è stata in prima linea contro i femminicidi e la violenza di genere (QUI)

Dieci anni di Posto occupato- ha detto Maria Andaloro– e ho voluto organizzare questa iniziativa senza relatori, senza inviti, senza interventi e senza ulteriori parole. All’improvviso, come per l’ennesimo femminicidio. Solo quelle sedie, vuote. All’ingresso del teatro. 46 sedie e il loro silenzio, da ieri e fino al 2 luglio. Alle 46 sedie con la locandina con sopra stampato il nome di ognuna delle donne uccise nel 2023 abbiamo dovuto aggiungere la 47esima sedia, quella di Michelle Maria Causo. Quel 47esimo posto, unito agli altri 46, rappresenta l’assenza e la prova che nel 2023 qualcosa non ha funzionato nella nostra società. Moltissime si, ci mancherebbe. Ringrazio sempre il lavoro straordinario di chi lavora e salva vite, dai centri antiviolenza alle forze dell’ordine e alla magistratura. Ma prima, c’è un lavoro enorme da fare prima, nelle scuole, in famiglia, nei luoghi di aggregazione, perché “dopo” è sempre troppo tardi. Questo l’impegno. Educare, sensibilizzare, formare e informare prima. Tutti e tutte. Saranno contattati tutte le realtà educative, istituzionali e non per intraprendere un percorso pilota, capillare e sistematico, “porta a porta”, per i prossimi mesi e fino al 29 giugno 2024”.

Maria Andaloro ha ringraziato l’amministrazione comunale di Messina, con la quale è stata organizzata l’installazione, il sindaco Federico Basile e le assessore Luana Cannata ed Alessandra Calafiore, presenti al Palacultura. Soprattutto il ringraziamento è andato a quel che si sta facendo e si farà sul campo, sul territorio, in termini di educazione al rispetto alla vita. Non ci sono stati relatori, perché a gridare sono stati quei 47 nomi, quelle assenze. E’ stato invece proiettato un cortometraggio dal titolo “Non c’è”  e che ha visto come protagonista l’attrice messinese Katia Greco, da sempre impegnata in prima persona contro la violenza di genere e madrina  di questo decimo anno. Il corto è prodotto dall’associazione Impegno Donna e realizzato dal regista Lorenzo Sepalone.

L’impegno di Posto occupato –conclude Maria Andaloro – proseguirà con un programma di eventi da realizzare da settembre a giugno prossimi in collaborazione con il Comune di Messina e ad altre realtà ed enti territoriali. “Posto occupato”, in questi dieci anni, ha contribuito fattivamente a diffondere e veicolare iniziative di sensibilizzazione contro la violenza di genere, un fenomeno troppo spesso erroneamente chiamato emergenza, ma che di fatto è un problema culturale che necessita di una presa di coscienza collettiva affinchè tutti possiamo prendere consapevolezza che trattasi di una responsabilità sociale. La violenza di genere non un problema delle donne, ma un problema di tutti”

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