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L'inchiesta

Messina, arrestato Maurizio Croce: lavori gratis, rolex e mazzette

giovedì 14 Marzo 2024
Maurizio Croce

Lavori edili eseguiti gratuitamente in abitazioni di privati, un rolex, il pagamento di tasse universitarie, mazzette e finanziamento illecito ad una campagna elettorale. E’ il quadro che emerge dall’inchiesta sui lavori di riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte da parte del Comando della Guardia di Finanza di Messina e che ha portato all’emissione di due arresti domiciliari e di un’interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione per una serie di fatti corruttivi concernenti l’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti, promossi dal commissario di governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Siciliana. Ai domiciliari è finito  Maurizio Croce, soggetto attuatore conto il dissesto idrogeologico e la mitigazione del rischio ed una persona di sua fiducia.

L’indagine nasce dal controllo disposto dalla prefetta di Messina Di Stani, eseguito dal Gruppo interforze dei finanzieri, sui lavori di “riqualificazione ambientale del torrente Cataratti – Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”. Si tratta di un’attività investigativa durata parecchi mesi che affonda le radici durante la gestione dell’ormai ex procuratore Maurizio de Lucia e che ha visto la conclusione con quella dell’attuale capo dell’ufficio inquirente Antonio D’Amato.

Si legge nella nota della Finanza: “In tale contesto, è emerso il ruolo di una persona, gestore e rappresentante di fatto dell’impresa esecutrice, cui risultava affidato il cantiere. Una persona che, da ulteriori accertamenti, risultava essere già stato indagato per traffico di influenze illecite, aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosi, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro alcuni anni fa”.

Dalle investigazioni è emerso il coinvolgimento di componenti della stazione appaltante, pubblici ufficiali, in accordi illeciti con il gestore dell’impresa esecutrice dei lavori. Gli accertamenti della polizia giudiziaria, come si legge nella nota, hanno consentito di disvelare l’esistenza “di un rapporto privilegiato, consolidatosi nel tempo, tra il vertice della struttura commissariale e il rappresentante legale dell’impresa esecutrice dei lavori. Quest’ultimo, infatti, al fine di ottenere una più favorevole e celere gestione delle fasi esecutive dell’appalto, ovvero di garantirsi future commesse pubbliche, in accordo con il vertice della struttura commissariale, prometteva ed erogava utilità varie ai funzionari incaricati di sovrintendere all’opera e, segnatamente, sia al direttore dei lavori che al funzionario incaricato di validare i lavori svolti”.

Nel concreto le utilità consistevano nell’effettuazione di lavori edili presso abitazioni private dei funzionari pubblici, per importi complessivi quantificati in circa 80 mila euro. Nel caso del funzionario impiegato direttamente presso la Struttura commissariale, nel pagamento di tasse universitarie, per un corso di laurea che lo stesso funzionario intendeva frequentare, per un valore di oltre 7 mila euro.

L’indagine riguarda anche il finanziamento alla campagna elettorale delle amministrative del giugno 2022 che vide Maurizio Croce candidato sindaco del centrodestra. È stato altresì provato che Croce aveva ricevuto dall’imprenditore, per il tramite di un fidato intermediario, benefici economici sotto forma di finanziamenti, illeciti, della campagna elettorale, per oltre 60 mila euro.

Peraltro per scongiurare il rischio della ricostruzione della provenienza dei finanziamenti, l’imprenditore, aveva attuato un complesso meccanismo di fatturazione per operazioni inesistenti, costituendo una provvista finanziaria in capo ai responsabili di ulteriori imprese, con cui aveva ordinari rapporti economici, affidando loro il compito di effettuare i pagamenti a sostegno della campagna elettorale. Da qui la contestazione provvisoria, mossa agli indagati, anche del delitto di illecito finanziamento ai partiti

Queste condotte, inoltre, chiarivano la volontà dell’imprenditore di tentare di reperire le risorse utili alla conclusione degli accordi corruttivi, facendole pesare direttamente e indebitamente sui costi dell’appalto pubblico, di cui era affidatario. Ancora, si documentava come il rappresentante di fatto della società affidataria dell’appalto avesse acquistato un orologio Rolex Daytona del valore di oltre 20mila euro in favore della persona che intermediava le dazioni illecite a favore della campagna elettorale. Ed effettuava, sempre a beneficio di quest’ultimo, lavori di ristrutturazione presso un noto negozio di abbigliamento di Messina per un valore di oltre 30mila euro”.

Si legge sempre nel comunicato della Guardia di finanza: “Sempre su richiesta del vertice della struttura commissariale, e, in questo specifico caso, con l’intermediazione di un diverso soggetto privato legato da rapporti di fiducia al commissario, la società appaltatrice effettuava importanti lavori di messa in sicurezza presso una rinomata struttura ricettiva privata per un importo di quasi 100 mila euro”

Nel corso delle indagini, inoltre, una mirata attività di perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica ha impedito la consumazione di due distinte fattispecie di truffa: La prima, la c.d. “truffa dei pali”, consistita nel collocare presso il cantiere, sfruttando la difficoltà di rilevare la difformità tra il dato formale/progettuale e quello reale, un numero di pali inferiore rispetto a quello previsto dal progetto (ben 291 pali in meno), per ottenere un maggiore ed indebito esborso di somme, a suo favore, per un valore di oltre 1.200.000 mila euro; la seconda, consistita nel simulato conferimento a discarica di rifiuti provenienti dal cantiere Catarratti – Bisconte (terre e rocce da scavo), riguardante, di contro, materiale proveniente da un diverso cantiere gestito dalla società esecutrice dell’appalto pubblico e posto all’interno di un immobile di proprietà di un privato, in modo da consentire all’impresa di richiedere il rimborso a carico della stazione appaltante ed ottenere, contestualmente, il pagamento dello smaltimento realmente avvenuto anche dal citato committente privato.

Sono in corso di esecuzione sequestri pari a oltre 230 mila euro.

Maurizio Croce, soggetto attuatore contro il dissesto idrogeologico sin dagli anni scorsi, è stato candidato sindaco del centro destra ed in quanto miglior candidato sindaco perdente è entrato a far parte del consiglio comunale nel gruppo di Forza Italia. E’ stato anche assessore regionale della giunta Crocetta e soggetto attuatore al dissesto per il governo Musumeci. A fine febbraio il consiglio comnuale ha bocciato la delibera decadenza per incompatbilità/inellegibilità sopravvenuta (per i due ruoli di soggetto attuatore e consigliere comunale) e lunedì 11 marzo l’aula ha approvato l’avvio di un’altra richiesta di decadenza, in questo caso per il 95% di assenze alle sedute del consiglio dal giorno dell’insediamento.

Nell’inchiesta che ha coinvolto il commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia, Maurizio Croce, arrestato oggi per corruzione e posto ai domiciliari, è stato arrestato anche Francesco Carmelo Vazzana, anche lui ai domiciliari, ed è indagato Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto, nel Catanese, colpito da un’interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione. Vazzana sarebbe stato l’intermediario tra Croce e Capizzi che è rappresentante dell’impresa che si è aggiudicata i lavori per la messa in sicurezza del torrente Cataratti – Bisconte.

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