Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha presentato una relazione sullo stato dei conti del comune di Messina e delle partecipante che si compone di 1350 pagine dai toni roventi: “Sono quattro tomi, c’è tutto, anche le condizioni ambientali in cui abbiamo operato“.
“Nella mia relazione ci sono numerose ipotesi di reato, ed io da pubblico ufficiale non faccio altro che registrarle, metterle in chiaro e quindi trasmettere gli atti, come ho già fatto per altre questioni delicatissime. Parlo di elementi – sostiene il primo cittadino – che vanno presentati all’Autorità Giudiziaria che ha il compito di fare le sue valutazioni”.
Questa mia relazione andrà a finire alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Messina. – attacca duramente De Luca – Sia chiaro che non possiamo subire minacce e avere il timore di reazioni di certi ambienti perché stiamo portando avanti un’azione complessiva di legalità“.
“E’ passato un anno dalla mia elezione e sin dal primo giorno ho cercato di dare risposte. Per questo voglio dare conto ai cittadini di quello che è stato fatto ed è obbligo di legge fare una relazione che va dibattuta in Consiglio comunale entro 10 giorni dal deposito ufficiale. Io ho fatto una relazione molto sofferta, perché era la prima, da sindaco subentrato ad altri e in questi casi va tracciato uno spartiacque con una radiografia definitiva di quello che abbiamo ereditato. Ma dobbiamo soprattutto far comprendere cosa abbiamo fatto per risanare, cominciare a risanare, i mille problemi della Città di Messina”.
“Il primo anno abbiamo fatto un’attività di riassetto del palazzo, con un intervento strutturale che serve per correggere ciò che non è compatibile con la propria visione. Il tempo dirà se sarà stato fatto ciò in modo giusto o sbagliato. Se certe cose ancora non partono è perché a monte ci sono state difficoltà che ne hanno rallentato, ostacolato o impedito la partenza. Ma noi non ci fermiamo e lo diciamo e andiamo avanti, senza se e senza ma nell’interesse di Messina e dei messinesi, per rilanciare questa città che è stata per troppo tempo mortificata”.
“Noi abbiamo messo in campo le nostre soluzioni concrete e fattive per risanare e rilanciare Messina ma abbiamo intanto posto in essere un’attività di monitoraggio, verifica e controllo. Abbiamo tenuto tutti sotto tensione e chiesto di dare conto del loro operato. Il sistema delle partecipate non era abituato a confrontarsi con un sindaco o a rendere conto del loro operato. Ecco perché si è arrivati alle estreme conseguenze”.
“A Messina – aggiunge De Luca – sono state condizionate in passato le partecipate e l’intera città. Oggi abbiamo una squadra che lavora bene insieme e in un clima di armonia. Hanno accusato gli assessori e i vari rappresentanti della mia Amministrazione di essere “yes man” ma la legge prevede che i componenti dei vari organi amministrativi li nomina il sindaco ed ecco perché devono dare costantemente conto del loro operato. E’ finita la fase dove ogni partecipata dava il colpo di grazia alla città e coltivava le sue clientele. Tango pagava pantalone, i pantaloni dei cittadini. Una sola società che non è stata fallire me la dovrebbero indicare, e che non abbia avuto il barbaro destino di un fallimento occultato che ha creato un danno economico di cui dovrà dare conto.