L’ultima scoperta è una pistola: una “Smith & Wesson” 38 special, con 5 proiettili in canna pronta a sparare. Matteo Messina Denaro l’aveva nascosta in un doppio fondo di un mobile della cucina accanto ad altri 20 proiettili dello stesso calibro. A trovarla, nel covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, ultimo rifugio del boss sono stati i carabinieri che stanno perquisendo palmo a palmo l’abitazione.
L’arma, che aveva la matricola abrasa, è stata consegnata ai Ris per gli accertamenti tecnici: si dovrà scoprire se abbia mai sparato e se sia compatibile con revolver usate per commettere alcuni degli omicidi di cui il padrino di Castelvetrano è accusato. Nell’abitazione di Messina Denaro, acquistata con i soldi del boss dal geometra Andrea Bonafede, l’uomo d’onore riservato che gli ha prestato l’identità, i carabinieri hanno trovato anche una parrucca da donna.
Gli investigatori escludono che sia stata utilizzata dall’ex latitante per travestimenti. L’ipotesi più probabile è che a indossarla siano state donne che nel tempo hanno frequentato il padrino di Castelvetrano. Proseguono, intanto, le indagini sulla latitanza del capomafia che, almeno negli ultimi tre anni, si sarebbe nascosto a Campobello di Mazara.
Anche con l’ausilio degli uomini del reparto Cacciatori di Calabria, si stanno perquisendo a fondo abitazioni di fiancheggiatori e i due nascondigli del boss: quello di vicolo San Vito in cui è stata trovata l’arma e l’appartamento ormai vuoto in cui il padrino avrebbe vissuto prima di trasferirsi nell’ultimo rifugio. Gli inquirenti, infine, stanno tentando di accertare chi abbia finanziato la costosa latitanza del padrino.