Messina potrebbe essere “apripista” in modo innovativo in attesa che la proposta di legge nazionale sulla “doggy bag” venga approvata dal Parlamento. La proposta che prevede una scontistica sulla Tari per i ristoratori che forniscano ai clienti la cosiddetta “doggy bag” (il contenitore per portare a casa il cibo che non si è mangiato nel locale) è stata presentata all’amministrazione Basile dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Dario Carbone, insieme al dirigente dell’esecutivo nazionale di Gioventù Nazionale, Francesco Armone.
“La proposta di legge nazionale è attualmente incardinata nella competente commissione parlamentare- spiegano Carbone e Armone– ed ha come obiettivo quello di rendere obbligatoria la “doggy bag” per contrastare lo spreco alimentare rispettando uno degli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2030”.
SPRECO ALIMENTARE
Stando ai dati Eurostat in Italia ogni cittadino spreca circa 140 chili di cibo a causa di abitudini errate nel consumo, tanto a casa quanto al ristorante. L’idea è quella di far sì che Messina anticipi i tempi rispetto al Paese con un’iniziativa che unisce anche la scontistica sulla Tari, differenziandosi così dalla proposta nazionale che si limita ad imporre un obbligo e a prevedere sanzioni.
SCONTO SULLA TARI
“Per incentivare questa pratica, alcune volte non attuata per una incomprensibile “vergogna”- proseguono gli esponenti di FdI- il Comune di Messina potrebbe erogare ai titolari di attività di ristorazione che prevedono la consumazione in loco e che dimostreranno di fornire dei contenitori riutilizzabili o riciclabili contenenti gli avanzi del pasto consumato, un contributo solidaristico (anche simbolico) da imputare al pagamento della Tari della relativa utenza commerciale”.
L’idea è piaciuta all’assessore Roberto Cicala che come sempre a prescindere dal colore politico dei proponenti, ha dimostrato una importante apertura nei confronti dell’iniziativa e nei prossimi giorni incontrerà Dario Carbone e Francesco Armone per le modalità operative.
IL DDL NAZIONALE
La proposta di legge è stata presentata a livello nazionale il 10 gennaio dagli esponenti di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli e prevede l’obbligo per i ristoratori di fornirsi di doggy bag (“borsa del cane”) riciclabili o riutilizzabili, da offrire al cliente per gli avanzi. Chi viene beccato senza o se le confezioni non saranno a dovere, riceverà una multa di 125 euro. Una sanzione che è più a scopo educativo che vessatorio. La proposta messinese invece è particolare perché con la possibilità di scontistica agevola la possibilità di diffusione di un sistema che nel resto del mondo c’è già da tempo. La proposta nazionale non è stata accolta con entusiasmo perché potrebbe portare maggiori costi e un servizio più lento a causa del personale che dovrà portare le borse a tavola. L’obbligatorietà comunque non riguarda i clienti.
LA DOGGY BAG
Sembra che l’abitudine di portar via ciò che non si era consumato al ristorante risalga al secondo dopo guerra negli Stati Uniti. Secondo un’altra versione è stato un ristoratore di New York, nel 1949 ad adottare per primo l’impacchettamento degli avanzi usando un sacchetto con l’immagine di un cagnolino che invitava a portar a casa il cibo rimasto nel piatto. In realtà nel resto del mondo chiedere la doggy bag al ristorante è diventato un fatto normale, ma in Italia c’è ancora una certa ritrosia o vergogna (dimenticando peraltro che oltre a contrastare lo spreco quel cibo lo si è comunque pagato).