Il caso si fa sempre più complesso e cammina su due binari paralleli: il primo squisitamente giuridico basato sulle norme in materia di incompatibilità/ineleggibilità ed il secondo sul piano politico e dell’opportunità.
IL FATTO
Anche le novità sono due (anzi tre). Riavvolgiamo il nastro. L’8 gennaio il consiglio comunale chiamato ad esprimersi sulla richiesta di decadenza del consigliere comunale Maurizio Croce (che è anche soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico) ha rinviato di un mese la questione in attesa della trasmissione del parere dell’Avvocatura di Stato (QUI)Parere che, risale alla primavera del 2023, richiesto dallo stesso ufficio commissariale per il dissesto e mai trasmesso all’Aula.
In realtà con il rinvio, politicamente, l’Aula ha voluto dare modo all’ex candidato sindaco del centro destra, di fare un passo indietro e porre fine ad uno scontro che dura da mesi (QUI). Ma di quel parere continua a non esserci traccia ed anche Maurizio Croce non ha fatto passi indietro.
DOPPIO INCARICO
Giuridicamente il tema è quello del doppio incarico (che da maggio diventerà triplo con la designazione di Croce nel comitato di gestione dell’Autorità Portuale dello Stretto). Politicamente il nodo (che imbarazza anche il centro destra) è l’assenza del consigliere comunale di Forza Italia che dal giugno 2022 ad oggi ha messo piede in Aula una decina di volte e non si è mai visto in commissione (QUI). Posto che ufficialmente ancora oggi, a distanza di quasi un anno dall’emissione di ben due pareri dell’Avvocatura dello Stato sull’incompatibilità dell’incarico di consigliere con quella di soggetto attuatore non sono arrivati a Palazzo Zanca nonostante i solleciti, è il presidente del consiglio comunale a scrivere al presidente Schifani, al capo di gabinetto della presidenza Sammartano, al prefetto di Messina ed all’Anac.
QUASI TRIPLO
Schifani infatti, in qualità di commissario al dissesto ha conferito l’incarico di soggetto attuatore a Croce, ed a maggio ha chiesto il parere dell’Avvocatura. Anzi, è sempre stato Schifani che tre mesi fa ha designato Croce anche nel comitato di gestione dell’AP (anche in questo caso la normativa prevede incompatibilità che però può essere sanata se si dimette prima dell’insediamento previsto a fine maggio 2024).
NODO POLITICO
Insomma una situazione complessa, rispetto alla quale, al di là della normativa, il tema è politico, perché l’assenza in Aula di chi avrebbe dovuto guidare la coalizione di centro destra in opposizione al sindaco (giacchè Croce era candidato sindaco) ha pesato e non solo numericamente.
Nello Pergolizzi però scrive al presidente Schifani per evidenziare le conseguenze che potrebbero scaturire dalla questione. L’Avvocatura infatti si è espressa per ben due volte a distanza di pochi giorni, peraltro su integrazione dello stesso Schifani in qualità di ufficio commissariale. In entrambi i casi il parere è stato di incompatibilità tra consigliere comunale e soggetto attuatore.
L’AVVOCATURA DELLO STATO
«Deve ritenersi che l’incarico rivestito dal dott. Croce sia incompatibile con la carica di consigliere comunale del Comune di Messina- si legge nel parere- E questo perché è sancita «l’incompatibilità degli incarichi dirigenziali (qual è quello rivestito dal soggetto attuatore) con la carica di consigliere di un comune con popolazione superiore a 15 mila abitanti.”. Concetto ribadito pochi giorni dopo. C’è da dire che l’Anac ha espresso parere diverso, sostenendo che l’ufficio sia assimilabile a una pubblica amministrazione di livello nazionale. Da quasi un anno però quei due pareri sono rimasti negli uffici del commissario, nonostante i solleciti da parte del consiglio comunale. Maurizio Croce ha spiegato di non aver prodotto il parere perché era stato richiesto non da lui, ma dall’ufficio del commissario. “Chiederò a Schifani di poterlo produrre al Consiglio”.
PERGOLIZZI A SCHIFANI
Poiché da inizio mese non è cambiato nulla il presidente del consiglio comunale Pergolizzi ha scritto direttamente a Schifani. Con una postilla. “nell’impossibilità di conoscere il contenuto del parere reso dall’Avvocatura dello Stato, la cui acquisizione è di fondamentale importanza non solo per accertare la regolare composizione del consiglio comunale, ma anche perché, come noto, le norme in materia di inconferibilità e di incompatibilità (…) stabiliscono, in caso di violazione, la nullità dell’atto di conferimento dell’incarico e del relativo contratto (con eventuale recupero delle somme erogate) e, nell’ipotesi di svolgimento dell’incarico in situazioni di incompatibilità, la decadenza dello stesso e la risoluzione del relativo contratto”.
GRAVI CONSEGUENZE
Il nodo non è soltanto l’incompatibilità ma l’inconferibilità e le conseguenze di un incarico che potrebbe non essere in linea con la normativa. Secondo Pergolizzi è “primario interesse anche del governatore assicurarsi che la nomina sia avvenuta nel rigoroso rispetto delle norme, visto che, in caso di accertata incompatibilità, verrebbe compromessa la piena regolarità dell’attività amministrativa posta in essere del soggetto attuatore, con le gravi conseguenze che è facile immaginare”.
In ultimo Pergolizzi sottolinea come Croce potrebbe anche essere in conflitto d’interessi perché è sempre lui il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza della struttura commissariale, cioè colui che avrebbe dovuto vigilare sulla propria posizione.