Il deposito di gas naturale a Pistunina non si farà. Pomo della discordia sin dalla predisposizione dell’avviso di manifestazione d’interesse da parte dell’Autorità portuale di Messina è finito al centro delle proteste dei residenti e impallinato dai candidati a sindaco alle elezioni di giugno. L’ultima parola però è stata dell’Edison che si è tirata fuori da quella che stava diventando una pentola a pressione, ed ha rinunciato ufficialmente al progetto.
In realtà già da settimane era chiaro che la riattivazione del degassificatore a Gioia Tauro ha spostato il baricentro delle attenzioni in quell’area. L’unica offerta all’avviso pubblicato dall’Adsp dello Stretto per la realizzazione di un progetto da 90 milioni di euro (30 dei quali dal Pnrr) era stata quella di Edison che aveva anche presentato ipotesi di modifiche correttive per limitare l’impatto ambientale. Mentre in estate il deposito di GNL finiva al centro di una diffida, con il netto no del sindaco Basile e si preparavano le barricate, Edison non ha risposto subito ad ulteriori chiarimenti richiesti dalla Commissione dell’Authority in merito ai correttivi. Dopo un sollecito ha infine rinunciato all’ipotesi progettuale che comunque si stava facendo sempre più problematica. Realizzare un deposito di GNL contro il parere della città e per di più mentre in Calabria si stanno aprendo alternative valide e condivise non era più pensabile. Adesso il presidente Mega, che aveva puntato sul progetto, difendendolo dalle polemiche, dovrà decidere il da farsi. Così come dichiarato al ilsicilia.it (qui) valuterà insieme al Ministero le decisioni da prendere, anche se i tempi sono strettissimi (entro fine anno). In discussione ci sono i 30 milioni del Pnrr che Mega non vuole perdere.