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Un’importante giornata di mobilitazione si è data ieri a Torre Faro (villaggio di Messina). Sino alle prime ore della sera, infatti, centinaia di messinesi hanno sfilato alla manifestazione indetta dalla Rete No Ponte.
Dopo anni dunque è tornato in piazza il movimento, sempre con la stessa determinazione e capacità di mobilitare centinaia e centinaia di persone, fra messinesi e abitanti di Torre Faro attorno all’annosa questione. Dal concentramento di via Circuito il lungo serpentone si è mosso verso le strade più interne dell’abitato di Torre Faro diretto, infine, alla piazza principale.
“No Ponte, per le infrastrutture utili e la difesa del territorio” è la frase che campeggia sullo striscione di testa. Un messaggio chiaro che punta il dito ad un modello di sviluppo distante dalle reali necessità dei territori e, nello specifico, allo spreco di soldi che ha e sta comportando il progetto di realizzazione del ponte. Soldi che dovrebbero, invece, esser investiti per il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali.
Il corteo è il frutto di una campagna comunicativa e un’ampia mobilitazione che è partita il 20 febbraio quando, nel corso di una partecipatissima assemblea, è stata lanciata ufficialmente la manifestazione. In quel periodo furono la Cisl, il presidente della regione siciliana Musumeci e le associazioni dei costruttori che manifestarono la necessità di tornare in piazza per poter ribadire l’urgenza della realizzazione dell’opera in quanto, per loro, volano di sviluppo economico per tutto il meridione.
“Loro un corteo però non l’hanno mai fatto. I No Ponte invece l’hanno detto e l’hanno fatto. Abitanti di Torre Faro e messinesi in generale alzano la testa e fanno sentire la propria voce per manifestare il fermo dissenso a un modello di sviluppo che qui si riflette con tutta la sua paradossalità: da una parte l’investimento di centinaia di milioni di euro per questa colossale opera e, dall’altra, nella carenza dei servizi fondamentali… qui a Torre Faro in determinate ore della giornata manca l’acqua corrente, giusto per dirne una! Una gestione dei territori che mette al primo posto, come nel caso del progetto del ponte, l’arricchimento delle grandi imprese a discapito degli abitanti, dell’ambiente, dei servizi”, afferma Domiziana Giorgianni della rete No Ponte.
“Ma quale Ponte sullo Stretto, vogliamo l’acqua nel rubinetto” è uno dei cori intonati a gran voce dai manifestanti.
“Ciò che oggi abbiamo voluto ribadire è la necessità di un ‘investimento virtuoso dei soldi pubblici e non il loro spreco per finalità differenti dal benessere della gente. Se devono essere usati soldi pubblici, che si usino per colmare i deficit che segnano i nostri territori; per il miglioramento di tutti quei servizi che qui sono carenti e vanno immediatamente potenziati come la rete ferroviaria, stradale e autostradale per non parlare di servizi sociali e sanità. Ciò che oggi abbiamo voluto ribadire è il diritto di autodeterminazione, è l’idea che a stabilire le sorti dei territori debbano essere unicamente gli abitanti e oggi la comunità di Torre Faro e i messinesi tutti l’ hanno detto a gran voce”, conclude Giorgianni.
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