Il problema sono i furbetti, quelli che poi, non risultando in nessuna banca dati, evadono la Tari (causando il conseguente aumento per chi è in regola) e gettano i rifiuti nelle discariche abusive, o peggio per strada.
Mission: pagare tutti per pagare meno, ma non è semplice né rapido soprattutto in una città nella quale l’allergia alle regole è contagiosa.
L’amministrazione comunale, dopo la lotta i furbetti dell’Amam passa a quelli della Tari, l’imposta sui rifiuti che sta schizzando alle stelle per gli utenti anche per colpa di chi la fa franca.
Grazie all’attività che sin dagli anni scorsi l’attuale assessore Roberto Cicala sta facendo per digitalizzare il Comune, adesso la battaglia agli evasori passa anche dalla costituzione di una banca dati unica, con l’obiettivo di ridurre la Tari per tutti.
Oggi conferenza stampa di presentazione della strategia messa in atto che, come ribadiscono sia il sindaco Basile, che l’assessore Cicala che il direttore generale Salvo Puccio non è caccia alle streghe ma ai furbetti.
Com’è noto la Tari è collegata all’immobile, nel senso che è commisurata ai metri quadri ed al numero dei componenti del nucleo familiare. Purtroppo l’anello debole della catena sono i dati catastali perché il Comune non ha finora potuto incrociare i relativi dati, ovvero proprietari di immobili e di conseguenza destinatari di bolletta.
L’inversione di rotta inizia proprio da qui, dalla creazione di una piattaforma e di una banca dati unica dei contribuenti.
Troppi sono gli “invisibili”, quindi mai conosciuti in quanto contribuenti Tari, tantissimi i furbetti che hanno più case ma ne dichiarano una o hanno reso dichiarazioni parziali sui metri quadrati, sul numero dei componenti del nucleo familiare, su tipologia di utenza etc. Ne consegue che la bolletta, per gli onesti, diventa più salata.
Analizzando ad esempio la lista di carico del 2022, sono presenti 124.617 utenze suddivise in 115.396 domestiche e 11.021 non domestiche. Gli immobili dichiarati con i dati catastali sono soltanto 64.894, quindi poco più del 50%……. Primo obiettivo sarà pertanto quello di inserire i dati catastali nelle oltre 60.000 schede prive di questo dato. E stiamo parlando di quanti sono dichiarati, perché i numeri lievitano nel caso di quelli che proprio non risultano.
Il sindaco Federico Basile l’ha definita operazione chiarezza, volta ad individuare il non emerso: “Non è tollerabile che ci siano proprietari di immobili non registrati alla Tari o chi ha più case e ne registra una”. La tariffa Tari di Messina, raffrontata a quella di altre Città Metropolitane è infatti salata e l’obiettivo è ridurla attraverso l’attivazione di una piattaforma.
“Risulta un divario di 50 mila unità immobiliari che, se regolarizzate, farebbero scendere il costo della Tari per tutti gli altri. Oggi ad esempio una famiglia di 3 persone in un’abitazione di 90 metri quadra paga 448 euro. Con l’emersione del sommerso la cifra potrebbe scendere a 320 euro” conclude Basile
La banca dati unica, alla quale lavora l’assessore Roberto Cicala da un paio di anni punta proprio a questo. Ma serve la collaborazione di tutti, soprattutto di chi evade.
Il primo passo guarderà proprio al principio di collaborazione, con l’invio di un questionario. Poi, in base all’adesione, scatteranno gli altri passaggi, comprese le sanzioni.
“Grazie alla differenziata siamo riusciti ad abbassare il costo della Tari- ha spiegato il dg Salvo Puccio– Senza raccolta differenziata avremmo 20 milioni in più sul piano economico finanziario e la Tari sarebbe non di 440 euro ma 650. Il nostro obiettivo è attivare servizi che vadano incontro agli utenti anche per regolarizzare le posizioni ed i dati di base. I messinesi avranno avrà nuovi servizi di desk e di interfaccia. Vogliamo pulire la banca dati, tanti non sanno che molti possono avere riduzioni della Tari aggiornando i loro dati.Utilizzeremo gli uffici e gli sportelli nelle circoscrizioni”.
Lo studio sui dati è frutto di un grande lavoro dell’assessore Roberto Cicala ed evidenzia anche una serie di criticità perché mancano all’appello migliaia di utenze, sia domestiche che commerciali. “Per oltre ottomila famiglie non esiste una posizione Tari. Per avere dati certi occorre partire dagli immobili, che rappresentano la banca dati migliore. Su quasi 200 mila immobili ne risultano dichiarati correttamente in banca dati appena 65 mila. Allo stesso modo ne mancano oltre 70 mila non dichiarati per la Tari. Faremo un portale con accesso tramite spid e lì ognuno potrà vedere il proprio stato, correggere i dati e dichiarare immobili eventuali non segnalati. Così aggiorneremo la banca dati partendo non dai singoli utenti ma dagli immobili. Contiamo di poter abbassare la tariffa al più presto”.
Da metà aprile in poi dovrebbero arrivare i primi risultati ma il primo passaggio è il più delicato perché dipende dalla collaborazione dei detentori di immobili, perlomeno di coloro che non hanno comunicato il corretto dato catastale dell’immobile che detengono.
iL DOCUMENTO
IL PIANO D’AZIONE
Verrà pertanto notificato ad ogni contribuente, la cui scheda TARI non sia completa, la compilazione di un questionario che è in effetti la dichiarazione originaria o di variazione della TARI, in cui oltre al dato catastale dell’immobile in detenzione dovrà essere comunicata la data di inizio detenzione e l’utilizzo dello stesso, se domestico o se non domestico con la categoria di appartenenza.
Verrà creato un portale WEB apposito con accesso SPID/CIE, in cui anche intermediari quali ad esempio i CAF potranno agire per conto dei cittadini piuttosto che i commercialisti per conto dei loro clienti.
I detentori avranno tempo 60 giorni per rispondere al questionario, che è obbligatorio per evitare sanzioni che possono arrivare anche a 500,00€.
La raccolta di questi questionari sarà effettuata, oltre che in maniera telematica dalla piattaforma WEB, anche attraverso gli sportelli URP del comune e quelli delle circoscrizioni. L’invio potrà ovviamente essere fatto per mail e per PEC, o consegnato direttamente allo sportello del protocollo generale.
Gli uffici URP e gli uffici delle circoscrizioni invece opereranno direttamente nella piattaforma WEB e rilasceranno copia dell’avvenuta dichiarazione da parte del detentore.
Alle attività commerciali, la notifica di richiesta compilazione questionario avverrà solo ed esclusivamente tramite PEC, mentre per i cittadini la richiesta sarà notificata tramite raccomandata A+R e/o messo comunale.
Una volta che sono restituiti i questionari ed aggiornata la banca dati TARI con i corretti dati catastali degli immobili, le date di inizio detenzione, le categorie di appartenenza per l’uso non domestico e le superfici, si passerà alla fase di bonifica ed inserimento degli immobili non presenti.
Tutti gli immobili che alla fine della restituzione dei questionari non risulteranno ancora dichiarati saranno accertati per “omessa dichiarazione” con la sanzione del 100% della tassa rifiuti da corrispondere.
Gli accertamenti avranno come periodo di imposta l’ultimo anno non ancora prescritto, che in questo momento, si riferisce all’anno di imposta 2017.