Condividi
L'intervista

Messina sempre più attrattiva, il sindaco Basile: “La città ha un nuovo volto e maggiori opportunità. Bandiera blu ci rende protagonisti”

domenica 27 Luglio 2025
Federico Basile

Bilancio positivo, turismo che cresce e governance dei rifiuti ai massimi livelli. Questa è la fotografia della Città dello Stretto e a rivelarla è il sindaco Federico Basile che argomenta in una intervista a ilSicilia.it i punti e le questioni più importanti del territorio metropolitano. La città è cambiata, tantissime sono le opportunità grazie a una visione strategica dell’amministrazione che punta a un turismo di qualità e dove il riconoscimento della Bandiera blu diventa strumento importante di rilancio e di sviluppo economico.

Federico Basile, sindaco di Messina, qual è la panoramica della città?

“Sarò totalmente onesto, anche perché la mia esperienza politica nasce – come voi sapete – da una precedente esperienza amministrativa sempre al Comune e quindi sto portando avanti, al di là di quello che si possa pensare, un programma elettorale che dal 2018 ha cambiato un po’ la città. Non lo dico io, lo dicono i fatti, abbiamo cambiato un’impostazione operativa, organizzativa, amministrativa e quindi oggi cominciamo a vedere i primi frutti, perché è una città metropolitana di 220 mila abitanti che nell’arco di 5-6 anni ha raggiunto risultati nei servizi essenziali”.

Quali?

“Sicuramente la raccolta differenziata, trasporti, lavori pubblici, siamo pieni di cantieri aperti e nonostante le critiche dei miei concittadini, voglio dire che siamo di fronte a una trasformazione urbana che conta su maggiori servizi. Vuol dire che qualcosa funziona. Abbiamo reso pedonale la città di Messina e fino a due anni fa non c’era un’area pedonale, quindi già questo per me è un risultato non personale, ma politico e non perché la legge dica che ci vogliono aree pedonali, ma perché è una questione di buonsenso creare spazi diversi di vivibilità. Quindi, io dico che dal mio punto di vista le attività stanno andando bene nella misura in cui stiamo portando avanti le situazioni, alcune le stiamo chiudendo, che è la cosa più complicata.  Dunque, questa amministrazione procede bene con tutti i piccoli problemi di rallentamenti, di mal di pancia, di critiche, perché quelle, figuriamoci, fanno parte di tutti i lavori, ma ciò che importa è che la città sta cambiando su tantissimi fronti”.

Parliamo di Provincia, lei è anche Presidente del Consiglio metropolitano. Anche su questo fronte ci sono delle belle battaglie da fare e lavori da portare avanti? 

“Anche qua dobbiamo fare un ragionamento generale. Secondo me, la paralisi delle ex Province – adesso città metropolitane – deriva non tanto dalla mancanza di un organo che oggi c’è, ma dalla mancanza di una revisione complessiva della riforma, perché se esiste un organo in più è necessario cambiare le regole del gioco. Oggi, oltre a essere sindaco della Città metropolitana, sono anche presidente del Consiglio metropolitano, un onere sicuramente impegnativo e in una compagine in cui ci sono 14 consiglieri sappiamo che c’è tanto da fare, considerato che la Provincia di Messina raggruppa 108 Comuni, ma con una autonomia finanziaria che è sempre legata ai trasferimenti. Serve un sistema che mi consenta di fare una programmazione pluriennale, quindi è una bella sfida rispetto al fatto che la possibilità di avere un Consiglio metropolitano non è stata, a mio parere, assecondata dallo strumento non solo normativo, ma anche economico adeguato per porre in essere quelle azioni che io già conosco e che i consiglieri mi sollecitano. Il problema della Città metropolitana è un po’ più ampio e sicuramente attiene a una riforma ‘scellerata’, fatta 15 anni fa, che ha portato addirittura le Città metropolitane per alcuni anni a non avere neanche i bilanci. Il contesto è complesso rispetto alla gestione dell’Ente. Il mio è un ragionamento generale, non voglio essere critico”.

Lei come si sta trovando a gestire questo grande ente che è la Provincia?

“Il tema è molto semplice. A differenza di prima ho un organo in più che giustamente fa sentire con più voce le esigenze che già conosco. Faccio degli esempi senza sminuire il tema. Nella mia provincia ci sono 108 Comuni e sono collegati tra di loro da strade provinciali, la strada provinciale è un po’ come la nostra via pedonale per i due comuni dei Nebrodi. Abbiamo una rete viabile talmente tanto complicata per cui questa questione è il primo banco di prova sul quale giornalmente ci si scontra. Poi c’è un altro tema che è quello dello sviluppo economico; ci sono tanti punti all’ordine del giorno, ma sicuramente quello della gestione ordinaria è il primo che mi viene sollevato periodicamente. Abbiamo le isole Eolie, patrimonio fondamentale del turismo e io ogni anno mi devo mettere a incorrere in vari appalti per sfalcio, vegetazione, scerbatura, riserva di salina, riserva di Marinello, Tindari. Ci sono tante situazioni molto complicate che non hanno strumenti economici straordinari, quindi è una grande sfida. Si parla sempre di soldi ma la verità è che servono le risorse e senza queste non si va da nessuna parte. La Città metropolitana vive essenzialmente di trasferimenti statali, si prendono i soldi con il prelievo forzoso, quindi mi danno 10 e si prendono 5 per essere pratici. Poi c’è una quota storica che è la quota dell’IPT, imposta del trasferimento dei passaggi di proprietà delle auto che è in capo alla provincia e da un paio di anni si è molto ridotta rispetto al mercato delle auto, quindi noi non viviamo dell’Imu, della Tari, delle multe”.

Torniamo alla Città di Messina. Lo stato di salute delle casse è roseo?

“Il Comune di Messina ha un stato di salute egregio, noi eravamo un comune che nel 2018 era in dissesto finanziario, con un piano di riequilibrio presentato nel 2013 per evitare il fallimento. Nel 2023, dopo 10 anni la Corte dei Conti dà un parere favorevole al piano e noi abbiamo pagato 100 milioni di euro di debiti, quindi è una situazione finanziaria sicuramente agevole rispetto al passato. Tuttavia ci sono delle criticità, considerando che esiste un 50% di evasione fiscale come percentuale nazionale, se parlo di Tari e Imu. Stiamo facendo un grande lavoro rispetto a quei fondi extra bilancio che oggi costituiscono l’80%, se non di più, di programmazione urbanistica della città, noi abbiamo 222 milioni del PON 2127, 73 milioni di fondi Fua, abbiamo tante risorse che stiamo programmando per appaltare opere”.

Ha anticipato alcuni temi. Parliamo di rifiuti.

“I rifiuti sono una chiave di lettura importante soprattutto in tema di bandiera blu. Abbiamo il 60,18% di raccolta differenziata in una città che era partita dall’8% nel 2018, che ha tolto i cassonetti per strada, che punta oggi al raggiungimento del 65% non per velleità, ma per far comprendere come i risultati si possono raggiungere con una programmazione seria, si fa un porta a porta, che ha dei risparmi legati al fatto che per la differenziata mi comporta un conferimento diverso e quindi io non vado a buttare la spazzatura in Olanda, ma utilizzo ad esempio il mio impianto di plastica e cartone che ho in città e quindi il 25% dei rifiuti me li gestisco in città. Sono riuscito a fare delle gare, perché poi il tema della raccolta è pure legato agli impianti, per risparmiare circa un milione di euro di conferimento con lo riscarico in Provincia di Palermo. Si tratta di un settore che sta trainando tutto il resto perché questi risparmi mi consentono di rafforzare i servizi. Purtroppo, devo dirlo perché un segnale voglio darlo, ancora oggi ci sono persone che lanciano le buste di spazzature per strada. Ma tutto sommato, c’è un grande senso di responsabilità”.

Il tema dei rifiuti è fortemente connesso con il tema del turismo. Inoltre Messina ha ottenuto il riconoscimento di Bandiera Blu per il 2025, la prima città metropolitana d’Italia. Cosa significa per il Comune?

“È fondamentale che ci sia una corretta gestione dei rifiuti, con sistemi di raccolta differenziata efficienti e accessibili. Avere il 30% di raccolta differenziata è un requisito obbligatorio e fondamentale in assenza del quale non è possibile presentare la domanda per ottenere la Bandiera Blu. Esiste un modello che è composto da 32 elementi indicatori che riguardano non la qualità del mare ma la qualità delle acque, perché che l’acqua sia buona, è un dato di fatto. La Bandiera Blu è un riconoscimento che premia le località balneari e gli approdi turistici che rispettano elevati standard di qualità ambientale, inclusa la gestione dei rifiuti e la pulizia delle spiagge. Ottenere la Bandiera Blu significa che una località si impegna a mantenere pulite le spiagge, a gestire correttamente i rifiuti, a garantire la qualità delle acque di balneazione e a promuovere pratiche sostenibili. Poi abbiamo 600 mila turisti che arrivano con le navi da crociera, un dato numerico che dobbiamo continuare a garantire. Per loro è stato realizzato un apposito percorso turistico, abbiamo realizzato lo shopping line e un autobus brandizzato che accompagna i visitatori in centro città. Si genera un sistema attrattivo che aiuta a farci conoscere sfruttando i vantaggi del turismo crocieristico. Anche i grandi eventi fanno la propria parte”.

“Il litorale messinese si conferma protagonista grazie alla Bandiera Blu. Il Comune di Messina, insieme alle proprie aziende partecipate, ha avviato un piano di interventi mirati per valorizzare e rendere sempre più fruibili le spiagge libere. Al centro di questo ambizioso progetto vi sono la sicurezza, la tutela del territorio e la promozione dell’inclusione sociale. Sono state installate 12 postazioni attrezzate lungo il litorale cittadino, ciascuna dotata di torretta di salvataggio, pattino e assistenti bagnanti. Si tratta di un presidio fondamentale per garantire un’esperienza di balneazione sicura e serena per tutti, e al tempo stesso un segnale concreto di attenzione verso gli spazi pubblici costieri, sempre più al centro delle politiche di benessere e sviluppo urbano. Lavoriamo su due fronti fondamentali: da una parte il benessere dei cittadini, che possono godere di spazi pubblici attrezzati e sicuri, e dall’altra il turismo, offrendo servizi sempre più efficienti e accessibili. È un investimento in qualità della vita e attrattività del nostro territorio”.

E la sanità messinese?

“È vero che il sindaco è la maggiore autorità sanitaria di un comune, è altrettanto vero che la gestione organizzativa e quindi amministrativa è in capo alla Regione e alle Asp. Quindi prova ne è che il piano che sta approdando alla Regione per la riduzione dei posti letto e che è stato condiviso con i sindaci, al di là delle rimostranze dei sindaci, anche garbate, sicuramente andrà per come deve andare. Quindi il tema della sanità è molto particolare, c’è una competenza normativa, ma poi dal punto di vista amministrativa poco sono le incidenze che un amministratore può fare. Noi abbiamo peraltro due realtà che sono l’ospedale Papardo, il Policlinico che è polo universitario, un centro di eccellenza, ma è un argomento sul quale ci vuole maggiore attenzione e noi sindaci abbiamo poca incidenza, ecco questo è il tema. Non è tanto un discorso di numero di posti letto, ma è anche un discorso di mettere a sistema le professionalità”.

Ponte sullo Stretto, questione spinosa?

“Ho cercato in questi anni di compenetrarmi nel ruolo del sindaco che non è solo ideologico, andiamo al di là della posizione sì o no. C’è una legge dello Stato la quale dice che si deve fare, ci sono stati tutti i pareri acquisiti, ci sono le forme di finanziamento, c’è il parere del Cipess che dovrebbe arrivare i primi di agosto, questo è quello che si desume. L’amministratore non si può mettere in mezzo alla strada e dire “non voglio il Ponte”, piuttosto si devono individuare quelle soluzioni affinché il Ponte non incida negativamente sul territorio. Faccio l’esempio del tram, se fosse stato realizzato in maniera diversa sarebbe stato meno invasivo. Allora il tema è, ci sarà il Cipess, ci sarà il nuovo progetto, nel frattempo facciamo le opere preliminari al Ponte, sistemiamo la rete idrica, facciamo le strade, facciamo una strada di collegamento per i servizi del gommato del Ponte che poi rimane alla città, allunghiamo la panoramica. Insomma, creiamo quelle condizioni affinché quando il Ponte si farà, e se si farà, la città non solo ha avuto già le opere che necessitano da tempo, ma è pronta grazie a questi servizi ulteriori che renderanno meno impattante il lavoro del Ponte, questo è il discorso”.

Per concludere sindaco, qual è il suo rapporto personale e politico con Cateno de Luca?

“E’ un rapporto onesto, franco e positivo. Cateno, in maniera diversa da me – ma credo e ritengo con lo stesso spirito, con quella voglia del fare – stia portando avanti un esempio di buona amministrazione, lui alza i toni e magari batte qualche pugno in più sul tavolo. Non è il mio stile, ma l’andamento dell’amministrazione di questi tre anni ricalca quello dei suoi quattro anni e quindi stiamo andando avanti con le azioni concrete, stiamo andando avanti nonostante tante difficoltà. C’è stata un’attenzione a un comune che fino al 2018 era in dissesto e che abbiamo risanato, stiamo comunque andando avanti per incrementare quei servizi che prima non c’erano. Il nostro è un rapporto costruttivo, è l’esempio di come i sindaci possono incidere nonostante tutte le difficoltà burocratiche, quindi sicuramente è un rapporto che ha voglia di continuare nel solco della politica del fare”.

 

 

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia con Pino Galluzzo: “Sanità, rilancio industriale e ponte sullo Stretto. Ecco la visione di FdI” CLICCA PER IL VIDEO

Puntata 332 di Bar Sicilia con il deputato regionale di FdI Pino Galluzzo: impegno, risultati e prospettive politiche per una Sicilia che vuole risposte concrete per il rilancio del territorio messinese.

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.