Il caldo torrido portato da questa terza ondata dell’estate 2023 potrebbe proseguire per tutto luglio a Sud. Sebbene le previsioni a lungo termine siano sempre accompagnate da una grande incertezza, i meteorologi stanno osservando una situazione nella quale è molto probabile che l’anticiclone africano continui a stazionare sulle regioni meridionali. Le temperature potrebbero ridursi leggermente al Centro, ma restando comunque superiori alla media, mentre è probabile che al Nord rientrino nelle medie stagionali. Per quanto riguarda l’anticiclone africano “si è venuta a determinare una situazione di blocco, che tende a non mutare nel medio-breve periodo”, dice all’ANSA il tenente colonnello Guido Guidi dell’Aeronautica Militare, nell’intervista resa possibile grazie alla disponibilità dello Stato Maggiore dell’Aeronautica.
“E’ probabile che nelle prossime settimane al Centro-Sud ci sia una persistenza dell’ondata da calore fino alla fine del mese, anche se con valori che tenderanno ad attenuarsi”, ha aggiunto Guidi. A Nord l’attuale ondata di calore potrebbe cominciare ad attenuarsi fra giovedì e venerdì, salutata da qualche temporale; al Centro le temperature cominceranno ad abbassarsi fra venerdì e sabato, pur restando comunque sopra la media stagionale. Al momento, ha osservato ancora Guidi, “sul breve periodo non si vedono nuove intensificazioni, non sembra che ci sia una ripresa” e “soprattutto fra la fine di luglio e l’inizio di agosto si prevedono situazioni rinfrescanti”: La situazione potrebbe cambiare dopo ferragosto, quando potrebbe verificarsi “una tendenza verso un picco”. Questo però, precisa Guidi, “non vuol dire affatto che non farà caldo lungo tutto il periodo, in quanto le temperature continueranno a essere leggermente superiori alla media stagionale”.
L’attuale situazione, osserva l’esperto, è il risultato di un “cambiamento nella circolazione atmosferica rispetto alla prima parte dell’estate”. Fra maggio e giugno, infatti, l’altra pressione persistente alte latitudini aveva permesso l’ingresso di aria fresca a latitudini più basse, portando delle perturbazioni nell’area del Mediterraneo. “Abbiamo così beneficiato di una situazione di piovosità e basse temperature, che tenevano in asso l’aria africana”, osserva Guidi. Ma poi la situazione è cambiata: l’alta pressione è cessata, l’anticiclone delle Azzorre si è indebolito e sull’oceano Atlantico si è creata una situazione di bassa pressione che ha lasciato libero accesso sul Mediterraneo alle correnti subtropicali e, con esse all’anticiclone africano. “Questo fenomeno non è nuovo per l’Europa, ma negli ultimi decenni sembra essere più frequente e persistente rispetto all’anticiclone delle Azzorre”, osserva Guidi. “La frequenza maggiore delle onde di calore – aggiunge – è uno degli elementi di cui si ha maggiore contezza che sia una conseguenza dell’aumento delle temperature medie superficiali”.
L’esperto osserva che “nessun anno è uguale all’altro: l’anno scorso è stato caldo per quattro mesi, quest’anno per due”, considerando che maggio e giungo sono stati più freschi e molto piovosi. “Se le previsioni sull’estate 2023 saranno confermate, il caldo di quest’estate potrebbe essere contenuto in due mesi, ma è possibile – conclude – che la persistenza di questa ondata di calore possa rendere l’estate 2023 statisticamente più calda rispetto a quella del 2022″.