Riceviamo e pubblichiamo questa lettera a firma di Salvina Chetta, residente a Mezzojuso.
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Mezzojuso, domenica sera 20 gennaio, mi trovo con degli amici a casa delle sorelle Napoli. Ina, Irene e Anna combattono da molti anni contro chi vorrebbe estorcere loro i terreni che coltivano a grano e foraggio. Mafia, mafia dei pascoli o perciapagghiara, come si dice dalle nostre parti, poco importa: loro hanno un dolore e noi siamo qui a sentirlo da vicino.
Le tre sorelle sono in collegamento con Giletti, il conduttore della trasmissione Non è l’Arena. Le ascoltiamo dalla stanza vicina, da una TV nella stanza seguiamo anche noi la puntata con la loro madre anziana. Sono contenta di essere qui, perché questa storia mi riguarda: è la storia di tre donne del mio paese, mi riguarda, è una storia di lotta e sofferenza, riguarda anche me. Mezzojuso, Sicilia interna, paesaggio interiore.
La trasmissione infuoca gli animi dei compaesani. Da “dietro le quinte”, da una posizione privilegiata che mi permette “intimità e distanza” penso al paese, alla sua fragilità, alla sacralità violata dall’effimero, a un balcone che un tempo fu di gerani e ora ha serrate le persiane. Penso ai boschi di querce, ai castagni malati, alle campagne e agli orti a valle abbandonati. Penso alle chiese chiuse, alle tradizioni violentate, alcarnevale…Un tempo il rito, il sacro; è Domenica sera, penso a te, ragazzo, che hai comprato pizza e patatine per guardare la trasmissione.
Amministratore che del paese vuoi difendere l’immagine, ma non ti curi della persona, la forma non conta più della sostanza, l’abito più del cuore. Mezzojuso è come appare: fragile, agonizzante, “bandiera bianca della desolazione”. Vorresti spegnere i riflettori del dolore; ecco le tue sagre, le luminarie, le tue bicchierate. Ma non brillano gli occhi dei ragazzi.
Prendi coscienza di questo male, ragazzo. Abbi cura del paese, amalo! Accarezza il dolore, abbi pietà per chi parte perché non ha un lavoro, difendi la strada a valle, gli anziani, queste tre donne vessate e sole.
Tu mi chiedi, ragazzo, la speranza: la speranza nasce dalla presa di coscienza del dolore.
Mezzojuso, Sicilia interna, paesaggio interiore.