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Ancora aperta la partita sugli Asu

Microcredito agevolato per le famiglie in difficoltà, Caronia: “A favore di esigenze reali. La norma più qualificante della Finanziaria”

venerdì 27 Dicembre 2024
Marianna Caronia

Nell’ambito della Legge Finanziaria, la mia priorità è rivolta agli interventi volti a supportare concretamente le famiglie a basso reddito“, queste le parole di Marianna Caronia, deputata regionale di Noi Moderati, seguendo l’impegno già assunto dal Presidente della Regione Renato Schifani, che ha dimostrato una grande sensibilità su questo tema.

Ritengo fondamentale garantire strumenti utili e immediati, come il microcredito agevolato, per aiutare le famiglie a far fronte alle emergenze quotidiane e alle necessità di base“.

Marianna Caronia

Uno strumento che rappresenta una risposta concreta per tante famiglie siciliane che, non avendo accesso a sistemi di credito tradizionali, si trovano a dover affrontare situazioni di urgenza. L’assenza di interessi e i costi a carico del Fondo garantiscono un vero supporto, senza gravare ulteriormente su chi già vive condizioni difficili.

Si tratta di una norma che riguarda il microcredito alle famiglie da istituire come “Fondo Famiglia” all’intendo dell’Irfis, che sta avendo un “apprezzamento dal governo e da buona parte dei parlamentari e che verrà inserita nel maxiemendamento“.

Accolta la proposta di Noi Moderati in maniera favorevole, si tratta di una norma alla quale ha lavorato la deputata, e per altro già vigente, che non ha una copertura finanziaria ma che è stata già approvata durante il Covid, legge 9 del 2020. “Oggi viene modificata e attualizzata rispetto alle risorse che sono disponibili, coperta allora con fondi extraregionali, oggi si da la  copertura con fondi regionali, con spesa corrente“.

Si tratta di 15 milioni di euro, dotazione finanziaria immediatamente fruibile, che viene data all’Irfis per poter istituire questo fondo. L’Irfis apre, quindi, un plafond dedicato per sostenere quelle famiglie per difficoltà, per il caro vita, per le congiunture economiche che oggi hanno reso complicata la vita dei monoreddito e dei nuclei familiari con Isee basso, a partire dai 30.000. Un sostegno per evitare di ricorrere a situazioni limite e borderline, ed evitare così tassi eccessivi per prestiti esigui che spesso servono a far fronte alle varie esigenze, “per i nuovi poveri, i single che si trovano, a causa di separazioni sempre più frequenti, a non riuscire ad arrivare a fine mese“.

Per dare uno spaccato di realtà, si tratta di un prestito che si restituisce in maniera comoda, in 60 rate. “Ci sarà poi un decreto attuativo dell’assessore all’economia che dovrà stabilire in maniera dettagliata gli aspetti più concreti e pratici”.

Una norma che con il governo Schifani vede la luce.Una maglia importante a favore di quelle famiglie che soffrono la difficoltà economica legata a problematiche di tutti i giorni. Andiamo a favore delle esigenze reali dei cittadini. La norma a mio avviso più qualificante dell’intera Manovra“.

Uno spaccato importante riguarda la stabilizzazione degli Asu dei beni culturali. 

Mi auguro che si possa continuare con questa norma, cosa che oggi è in forse perché le opposizioni hanno eccepito che questo passaggio in Sas non era ottimale. Una stabilizzazione auspicata da troppo tempo per quei precari che aspettano da ben 27 anni.

L’ottimo diventa nemico del buono quando a queste persone diamo la possibilità di diventare a tutti gli effetti dipendenti. Quando si parla di stabilizzazione, come i sindacati chiedono a gran voce, non si può fare un passo indietro”.

Seppur non direttamente della Regione ma da una società che li utilizza negli stessi siti museali, darebbe sollievo a tante famiglie. In merito i sindacati si sono battuti e si stanno battendo ancora adesso.

Sembra di assistere a una prosa degna del miglior teatro dell’assurdo, quella vista in questi giorni all’interno del Parlamento più antico d’Europa. In discussione, per l’ennesima volta, una norma per stabilizzare il Personale ASU in servizio presso i siti della cultura del Dipartimento Beni Culturali e dell’Identità Siciliana“. A dichiararlo sono Vito Sardo e Mario Mingrino Ale Ugl, Rosolino Lucchese ed Ernesto Lo Verso Ugl Sicilia, Rosario Greco Confintesa, Michele D’Amico Cobas-Codir.

Il parlamento siciliano un anno fa, interviene in merito alla problematica con il comma 2 dell’articolo 10 della Legge Regionale 16/01/2024, n. 1, che reca disposizioni sulla stabilizzazione dei Lavoratori in Attività Socialmente Utili (ASU) e individua, tra i soggetti beneficiari, i Lavoratori utilizzati dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, “superato il vaglio della costituzionalità mentre governo e parlamento regionale annunciavano con roboanti proclami la fine di “appena” 27 anni di precariato all’atto della pratica attuazione della norma è iniziato un palleggiamento di responsabilità su chi e come applicare la norma regionale“, a seguito di un sit-in di protesta tenutosi presso la presidenza della Regione e dopo tanti giorni trascorsi in piazza in data 6 agosto, durante un incontro presso la Presidenza della Regione, viene comunicato e precisato che, “non potendo la norma regionale derogare ai vincoli assunzionali previsti dalla normativa nazionale la stabilizzazione” avrebbe potuto attuarsi “a scaglioni” ovvero circa 50 stabilizzazioni l’anno. Nel corso dell’incontro, in alternativa, è stata prospettata la possibilità di stabilizzare detto personale presso la Sas Sicilia, società partecipata della Regione Siciliana nella quale si applica il medesimo contratto degli impiegati della Regione Siciliana.

E adesso? Il governo – continuano i sindacalisti – per porre rimedio al “pasticcio” propone una norma che prevede l’assunzione del personale Asu Beni Culturali con contratto a 30 ore settimanali presso la Società Servizi Ausiliari Sicilia“.
Nel corso del dibattito della Legge di Stabilità Regionale 2025-2027, alla norma proposta dal governo vengono apportate misure migliorative (contratto full-time, riserva di posti per eventuali concorsi alla Regione, mantenimento dell’attuale sede lavorativa).

Incredibilmente durante il dibattito all’Ars, tutti quei parlamentari che subito dopo l’approvazione dell’art. 10 si erano resi “latitanti”, si sono eretti a PALADINI difensori di quella norma regionale che ha trovato tutti gli impedimenti applicativi di questo mondo, tale da non essere mai stata applicata“. I sindacati chiediamo con forza ai deputati regionali di “fare a meno di prendere in giro i lavoratori, di non riproporre norme non applicabili per poi dileguarsi come è loro costume. Chiediamo una norma seria e concreta, non solo sotto il profilo delle legittimità costituzionale, ma anche sotto l’aspetto dell’applicazione pratica“.

Ancora una partita aperta, una norma che garantisca contestualmente ai 258 Asu un contratto a tempo pieno, ovvero l’unica soluzione che restituirebbe dignità, fiducia e speranza di un futuro migliore.

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