Sono 109 i migranti, tunisini per la maggior parte, che sono sbarcati a partire dalla mezzanotte a Lampedusa.
Due, con 15 e 8 persone, gli approdi autonomi direttamente sulla terraferma. A bloccare i gruppetti, fra cui una donna fra i 15 e 5 fra gli otto, sono stati i carabinieri e i militari della tenenza della Guardia di finanza. Nel primo caso, i tunisini hanno dichiarato di essere salpati da Monastir, nel secondo invece da Chebba. Le motovedette di Capitaneria e Guardia di finanza hanno invece agganciato, al largo, due barchini, entrambi salpati da Sfax, con a bordo 44 (14 donne e 3 minori) e 42 (2 donne e 5 minori) persone originarie di Benin, Sudan, Burkina Faso, Camerun, Congo, Costa d’Avorio e Mali.
Ieri, in 24 ore, sull’isola, c’erano stati 24 sbarchi con un totale di 912 persone, quasi tutte salpate dalla Tunisia.
Uno dei barchini soccorsi durante la notte, con a bordo 35 persone originarie di Burkina Faso, Camerun, Guinea e Tunisia, è stato agganciato dai militari della motovedetta Cp319 della Guardia costiera mentre era alla deriva a largo di Lampedusa. L’imbarcazione di legno, di circa 6 metri, era senza motore. I migranti hanno riferito ai soccorritori di averlo perso durante la navigazione, dichiarazioni alle quali gli investigatori credono però poco specie dopo che, nelle scorse settimane, sono venuti alla luce, e 4 tunisini furono fermati per pirateria da Squadra Mobile, Guardia di Finanza e Capitaneria, i casi di abbordaggio e sottrazione dei motori che servono per alimentare i barchini in viaggio. I poliziotti, nelle prossime ore, con l’aiuto dei mediatori culturali presenti all’hotspot di Lampedusa, proveranno a fare chiarezza e a capire se anche i 35 siano stati, o meno, vittime di nuovi atti di pirateria.
Aggiornamento delle 10:04. Sono 1.764 i migranti ospiti, compresi gli ultimi 109 sbarcati fra la notte e l’alba, dell’hotspot di Lampedusa. Su disposizione della Prefettura di Agrigento, la polizia sta iniziando a scortare, a piccoli gruppi, da contrada Imbriacola al porto, 600 nordafricani che verranno imbarcati sul traghetto di linea Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle. Stessa destinazione per gli altri 200 che verranno trasferiti, alle 21 circa, con la seconda motonave che collega le isole Pelagie con Porto Empedocle. Saranno quindi complessivamente 800 i migranti che oggi lasceranno Lampedusa. Ieri erano stati invece 1.200 in totale, 440 dei quali sono stati spostati con la motonave “Lampedusa” che ha fatto rotta su Trapani.
“Abbiamo chiesto, già da tempo, che l’isola funga da base di transito e che vi sia una nave umanitaria dedicata ai trasferimenti, per fare la spola fra Lampedusa e Porto Empedocle. Ma la nave tarda ad arrivare. Abbiamo chiesto certezze per quanto riguarda il costo di smaltimento dei rifiuti, per la questione dei barchini che rimangono abbandonati in alto mare o sulle nostre coste e che deturpano il territorio. Se solo si riuscisse ad affrontare la questione in maniera strutturale, per quanto attiene il territorio, e poi anche a livello politico-europeo, cambiando il regolamento di Dublino, facendo viaggiare le persone in sicurezza con i canali umanitari“. Lo ha detto, sollevando quelle che sono questioni irrisolte, il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino. Da Lampedusa, grazie al tour de force della Prefettura di Agrigento, vengono quotidianamente spostati un migliaio di migranti, ma si è arrivati anche a 1.500. Ma i numeri degli arrivi, negli ultimi mesi, si sono triplicati. “Il Governo e l’Europa dovrebbero affrontare il problema dell’immigrazione non in maniera emergenziale, ma strutturale. Chiediamo che l’isola venga anche bypassata, abbiamo un piccolo pronto soccorso che non può far fronte a tutta questa gente che arriva dall’Africa – ha spiegato Mannino – Mi aspetto un gesto forte di vicinanza da parte del Governo italiano nei confronti di un popolo, di un territorio, che ha già i suoi disagi, le sue problematiche e che deve essere aiutato con norme strutturali“.