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Migranti, smantellata la rete dei “passeur” tra Sicilia, Lombardia e Centro Europa

lunedì 30 Gennaio 2017
migranti

Un rete internazionale gestiva l’ingresso dei migranti in centro Europa. Egiziani, maghrebini, africani, sudanesi e albanesi avevano messo in piedi un network specializzato nell’attraversare le morbide frontiere italiane per “spostare” i migranti arrivati sulle coste della Sicilia in direzione, soprattutto di Francia e Germania. Il sistema era tempestivo, con antenne a Catania, da dove i trafficanti pianificavano gli spostamenti dopo avere monitorato costantemente gli sbarchi sulle coste della Sicilia. Non è una super Cupola dei migranti, perché per Ilda Boccassini, procuratore aggiunto di Milano e coordinatrice della Dda del capoluogo lombardo, per costruire queste reti del male serve poco: “Dove c’è miseria si inserisce il business del crimine – ha detto Boccassini- non stiamo parlando di grosse organizzazioni ma di un segmento in una situazione totalmente polverizzata e diffusa. Non servono grosse organizzazioni alle spalle: se so che ci sono sbarchi con carne da macello pronta a fare qualsiasi cosa per raggiungere il Nord Europa, è facilissimo”.

Si tratta – sempre secondo il magistrato che ha condotto l’inchiesta – “di un’organizzazione composta da di tutto e di più , persone senza scrupoli che si uniscono tra loro per trovare ricchezza: di fronte al dolore, la globalizzazione del male” . “Le persone individuate sono una goccia nel mare, personaggi senza scrupoli che avvicinano le persone che lasciano le loro terre e intraprendono un viaggio di dolore nella speranza di trovare un mondo migliore di quello da dove provengono“, conclude Boccassini, sottolineando la “passione e l’abnegazione di chi ha condotto le indagini, che va oltre la bravura e la professionalità  Questo, per me, è il risultato migliore, in un momento in cui il mondo rifiuta l’idea di integrazione“.

boccassini

La maxi operazione della Polizia di Stato di Cremona nel contrasto al fenomeno del traffico dei migranti ha portato questa mattina all’arresto dei 34 membri di una banda di trafficanti di esseri umani, quasi tutte di nazionalità straniera, operante a livello internazionale. Le operazioni, coordinate e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano hanno interessato diverse province nonché la zona di frontiera di Ventimiglia. Le indagini, durate quasi due anni, sono state svolte dai poliziotti della squadra mobile  della Questura di Cremona e hanno consentito di individuare un’ampia e ramificata associazione per delinquere finalizzata al trasporto, a fronte di pagamenti di somme di denaro, di extracomunitari provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dall’Eritrea e dal Sudan, con base a Milano e operante per lo più  nelle città di Ventimiglia e Nizza.

L’organizzazione criminale era composta da egiziani e maghrebini, afghani, sudanesi, albanesi, molti dei quali in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ed in misura minore da romeni e italiani, ben organizzata al suo interno con una precisa divisione dei ruoli, al cui vertice vi erano gli egiziani che gestivano, sia mediante una fitta rete di contatti diretti con trafficanti che con la complicità di un altro appartenente al gruppo criminale residente a Catania a sua volta in contatto con scafisti e trafficanti provenienti dal nord-africa, il traffico di clandestini provenienti per lo più dalla Siria e diretti nel nord-europa. Grazie a questi contatti con gli scafisti, infatti, i membri dell’organizzazione riuscivano a sapere degli sbarchi che sarebbero avvenuti sulle coste siciliane o pugliesi, quindi indirizzavano i profughi verso Milano; città che raggiungevano mediante pullman, treni o nell’ambito dei trasporti organizzati per la loro collocazione presso le strutture d’accoglienza.

Una volta giunti a Milano gli stranieri venivano agganciati presso la stazione Centrale e nelle vicinanze delle strutture d’accoglienza per organizzare i viaggi finalizzati all’attraversamento della frontiera italiana per raggiungere le desiderate mete del nord dell’Europa. In alcuni casi le persone giunte in Italia clandestinamente contattavano direttamente i membri dell’organizzazione per ricevere istruzioni su come muoversi e cosa fare. Una volta terminate le trattative, le persone venivano accompagnate verso la frontiera di Ventimiglia dove venivano raggruppate e nascoste in attesa della predisposizione dei mezzi di trasporto necessari all’attraversamento della frontiera.

I viaggi avvenivano quasi sempre di notte tramite una vasta rete di “passeur”, con auto, furgoni, camion all’interno dei quali spesso venivano stipati come “merce” da trasporto, all’interno di casse di legno o di bagagliai di autovetture, o in quantità impressionanti, decine di persone stipate in piccoli furgoni. Nella quasi totalità dei casi gli “accompagnatori” utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti 62 viaggi a fronte di un numero assai più numeroso di trasporti che ha, complessivamente, permesso l’ingresso illegale in altri paesi europei di centinaia di individui.

Al termine dell’operazione che ha visto la collaborazione dei poliziotti delle Squadre Mobili di Milano, Imperia, Genova, Reggio Emilia, Varese, Mantova, Reggio Calabria, Catania, del Commissariato di Busto Arsizio, Ivrea, Montecatini e del Settore della Polizia di Frontiera di Ventimiglia, sono state poste sotto arresto in Italia 18 persone, 3 delle quali già in carcere. Tuttavia sono stati spiccati altri ordini di cattura nei confronti di 16 persone diversi dei quali detenuti in Francia e Germania o residenti all’estero per i quali sono state attivate le procedure d’internazionalizzazione dei mandati.

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