“Dopo 30 anni abbiamo finalmente un’anagrafe nazionale degli animali di affezione, in particolare cani ma anche gatti, in cui convoglieranno tutte le informazioni delle banche dati regionali”. Inoltre “il recepimento del regolamento europeo permetterà la tracciabilità di animali e strutture“.
Con queste novità “stiamo scrivendo una nuova pagina per gli animali da compagnia”. A fare il punto Ugo Santucci, direttore della Direzione generale della sanità animale del Ministero della Salute, durante la conferenza stampa per la presentazione della campagna “L’abbandono è un incubo. Oltre che un reato“, lanciata dalla Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani (Fnovi).
“L’anagrafe nazionale – ha precisato – sta per partire e permetterà di mettere ordine e superare i limiti di anagrafi regionali che non dialogano fra di loro, impedendo la possibilità di un rapido ritrovamento di animale o proprietario fuori dai confini regionali“. Inoltre, è stato recepito il regolamento europeo 429 del 2016 e il Parlamento sta approvando i decreti attuativi. “Grazie al microchip obbligatorio per cani e, d’ora in poi anche per gatti, – ha aggiunto Santucci – si riuscirà a tracciare, non solo la loro storia, ma anche chi se ne è preso cura. Perché dove c’è un animale deve esserci un veterinario. Stiamo pensando a campagne per sensibilizzare bambini e ragazzi, che spesso sono il motore attraverso il quale un animale entra in famiglia”. Il regolamento europeo, ha precisato Carla Bernasconi, consigliere Fnovi, prevede anche la tracciabilità di tutte le strutture che ospitano animali, come pensioni, associazioni, canili e gattili, per poter mettere ordine in un mondo in cui ordine non c’è e capire dove finiscono animali spostati da una regione all’altra: è una svolta epocale“.
Il 2022 è stato però un anno importante anche per un altro motivo. “Pochi mesi fa – ha concluso Bernasconi – con la modifica dell’art. 9 della Costituzione, il benessere animale è entrato tra i principi costituzionali dello Stato, un passo importante per la tutela della loro salute ma anche della salute pubblica”.