La Sicilia sarà tra i protagonisti dell’evento più importante nel mondo della pallanuoto giovanile. Dal 10 al 17 giugno, a Bucarest e Otopeni, partiranno i Mondiali U20.
I riflettori saranno accesi sui ragazzi della Nazionale, pronti a farsi valere in uno dei palcoscenici internazionali più importanti. A portare in alto il nome dell’Isola saranno Francesco Condemi e Domenico Ruggiero, dell’ Ortigia, Alessandro Gugliotta e Tommaso Scollo, della Nuoto Catania, pronti ad esordire contro la Croazia e scalare il gruppo A, con Spagna e Montenegro.
Ma non solo. Tra i partenti c’è anche Mirko Schiavo.
Arbitro palermitano, classe ’81, per lui si tratta del primo impegno con le Nazionali. Intervistato da ilSicilia.it Schiavo ha parlato del suo amore per l’arbitraggio, dei traguardi raggiunti in poco tempo e ovviamente dell’inaspettata convocazione.
Com’è arrivata la convocazione e che emozione è stata?
“Questa è la mia prima esperienza in un torneo ufficiale. Avevo già arbitrato un’amichevole lo scorso maggio ma questo è il mio primo vero evento a livello di Nazionale. Considerando che è l’evento più importante al mondo a livello giovanile, la soddisfazione è abbastanza grande. La notizia è stata inaspettata. In realtà sostituisco un collega che per problemi personali ha dovuto rifiutare ma sono stato comunque la prima scelta per un Mondiale under 20. Quando hanno chiamato per chiedermi la disponibilità quasi non ci credevo. Pensavo fosse uno scherzo. Ricevere questa telefonata è stato qualcosa di veramente bello. Un ringraziamento va ai colleghi e al centro tecnico”
Come vedi il settore giovanile italiano?
“Il livello italiano è alto. Questi giovani dell’under 20 sono ormai quasi tutti fissi in A1, alcuni giocano titolari o addirittura già nel circuito della Nazionale maggiore. Penso che le potenzialità ci siano. Poi dal punto di vista internazionale il livello è molto alto e l’Italia lo scoprirà solamente man mano che farà il suo cammino nei Mondiali”
Nonostante la poca esperienza rispetto ai colleghi hai già arbitrato diversi palcoscenici
“Quelle in Europa sono le mie prime manifestazioni. Sono un arbitro internazionale abbastanza giovane dal punto di vista della carriera. Ho fatto il corso l’estate scorsa e l’ufficialità è arrivata solo a fine dicembre. Ho esordito in A1 nel 2018 però ho già avuto la fortuna di arbitrare due volte Recco-Brescia e finali per il 3°/4° e 5°/6° posto. Quest’anno ho partecipato anche alla Final Eight di Coppa Italia, arbitrando un quarto e la finale 5°/6° posto, e seguito la finale playout. Devo dire che la carriera in A1 sta andando abbastanza bene. In campo internazionale questo sarà il mio promo vero evento. Esordire così non è affatto male”
Hai diretto match di grande rilievo come Recco-Brescia, come si gestiscono a livello emotivo?
“La tensione c’è ma l’hai in qualsiasi partita, sia che si tratti di partite giovanili, di Serie B, A2 o A1. Sicuramente quelli sono match dove la tensione è abbastanza alta perché comunque sono partite di cartello, dove si concentrano i giocatori, gli allenatori più forti. In A1 non ci sono mai partite semplici. Anche una partita playout o di media-bassa classifica è sempre impegnativa. L’approccio alla gara è fondamentale, quindi anche lo studio pre gara, conoscere le squadre o i giocatori è di fondamentale importanza. Poi l’emozione quando si scende a bordo vasca è sempre molto grande. Dopo il primo fischio poi non ci pensi più e scrolli tutta la tensione”
Come ti sei avvicinato al mondo dell’arbitraggio?
“Ho giocato fino ai 30 anni, girando tutte le categorie. Per motivi lavorativi ho dovuto smettere di giocare. La pallanuoto ha bisogno di tanto tempo e non potendo più dedicare lo stesso spazio ho dovuto smettere. Per puro caso mi è stato chiesto da Giovanni Lo Dico, un collega presidente GUG regionale, di provare a fischiare e subito mi sono innamorato di questo altro aspetto della pallanuoto. Da lì è iniziata questa mia carriera arbitrale“