Inasprita la misura cautelare nei confronti dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante. Questo pomeriggio gli uomini della Squadra Mobile lo hanno condotto nel carcere nisseno di Malaspina.
Il provvedimento è stato emesso dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’arrestato è stato prelevato dall’abitazione di Serradifalco e condotto presso il carcere di Malaspina.
“Le motivazioni che hanno indotto il gip a inasprire la misura sono riconducibili alla grave condotta d’inquinamento di prove messa in atto dal Montante in occasione del suo arresto, avvenuto a Milano lo scorso 14 maggio. L’arrestato, infatti, nell’occasione, si barricava in casa per quasi due ore, non aprendo ai poliziotti e distruggendo documenti e circa ventiquattro pen drive”, si legge in una nota della polizia di stato di Caltanissetta.
“Lo stesso – continua la nota – tentava anche di disfarsi di altra documentazione che veniva però rinvenuta e sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile. Parte della documentazione, infatti, è stata rinvenuta nel corso della minuziosa perquisizione, su di un pozzo luce su cui si affaccia il salone dell’abitazione di Montante. Alcune pen drive, dopo essere state messe in un sacchetto di plastica, erano state buttate dall’arrestato in un cortile adiacente al palazzo, ma anche queste erano state recuperate. Infine era stato recuperato anche uno zainetto, contenente altre pen drive e altra documentazione cartacea, del quale lo stesso si era disfatto nelle concitate fasi dell’arresto. Lo zainetto era stato recuperato sul balcone di un vicino di casa”.
“Le gravi condotte che hanno indotto il giudice a inasprire la misura cautelare – spiegano gli investigatori – sono proseguite anche dopo l’arresto dell’indagato. Infatti, una volta condotto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Serradifalco, dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso 15 maggio, il Montante Antonio Calogero (si legge testualmente, ndr) , ha violato le prescrizioni impostegli dal giudice con il provvedimento che ha disposto gli arresti domiciliari. I poliziotti della Squadra Mobile hanno, infatti, documentato che, all’interno della villa, in questi giorni è stato consentito l’accesso a persone non autorizzate”.