“Mentre i lavoratori e le lavoratrici continuano a morire nei posti di lavoro e si conferma la stretta correlazione che esiste tra sicurezza, precarietà, formazione ed appalti, nessun provvedimento su questi temi viene preso e nessun obbligo viene previsto soprattutto su controlli e sanzioni“. Lo scrivono in una nota congiunta i segretari generali di Filctem Cgil Femca Cisl Uiltec Uil Sicilia Pino Foti, Stefano Trimboli e Andrea Bottaro.
I tre sindacalisti sottolineano che “i vuoti legislativi e i ritardi non possono però essere alibi per nessuno. Gli attori sociali e istituzionali devono a questo punto precorrere i tempi a l’azione del legislatore, individuando già nei bandi di gara o nella stipula dei contratti misure che vietino il subappalto in determinate condizioni o che ne impongano una rigorosa regolamentazione, prescrivendo formazione, dotazione di mezzi individuali di protezione, stretti controlli e non ultimo forti penali“. I sindacati propongono opportuni protocolli da sottoscrivere, in sede aziendale, territoriale o anche regionale, che facciano da apripista.
Foti, Trimboli e Bottaro giudicano “un segnale importante” la recente istituzione di un tavolo permanente regionale e annunciano di volere “supportare l’azione svolta in quella sede, attivando fin da subito un confronto di settore più ampio territoriale e differenziato per comparti“.
“Per mettere fine alle stragi sul lavoro – sottolineano – serve movimento e concretezza avendo di fronte una situazione critica determinata da un sistema degli appalti e subappalti dove il ribasso può essere praticato solo sacrificando salario e sicurezza Più si allarga la maglia degli appalti limitando responsabilità e controllo, più sono le vittime. Negli ultimi anelli della catena i margini di profitto sono più piccoli e quindi si assumono precari e si risparmia su formazione e specializzazione e sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza“.
Filctem, Femca e Uiltec rilevano che nei settori dell’energia, del chimico e del petrolchimico, del gas-acqua, si sono, nel tempo, registrati risultati indicativi. Nei grandi impianti energetici, dove i controlli degli standard di sicurezza da parte dei committenti sono più stringenti e costanti si è assistito ad una forte limitazione degli incidenti. Lo scenario, comunque sempre migliorabile, è quello di aziende appaltatrici che si sono ritrovate costrette dentro una sistema di regole e responsabilità sempre più severo, vigilando sulla tentazione delle gare al ribasso sempre in agguato e mai da sottovalutare anche nelle grandi aziende.
“Lì dove invece il controllo si è allentato – sottolineano – dove insomma una singola attività viene affidata all’esterno senza curarsi di chi, in quanti, con quale livello di professionalità, e con quali mezzi devono eseguirla, non si può dire altrettanto“. Foti, Trimboli e Bottari affermano che “se per un lavoro è prescritto il possesso di alcune specializzazioni la pratica dell’appalto e peggio del subappalto è improponibile. I settori dei servizi essenziali, ad esempio, pretendono un adeguato livello di formazione e di professionalità delle maestranze impiegate per svolgere quelle attività. Un livello di conoscenze ed una esperienza che non è sempre possibile riscontrare nella pratica degli appalti dove, purtroppo, il lavoratore non è soltanto retribuito con un salario più basso, ma è anche esposto a rischi maggiori“.