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Morto il prefetto Piraneo, fu Commissario dello Stato. Pogliese: “Illuminata guida per istituzioni”

domenica 12 Settembre 2021

Si è spento a Catania, all’età di 91 anni, Vittorio Piraneo, prefetto della Repubblica, cultore del Diritto, visceralmente legato ai valori della Costituzione da cui si è sempre fatto guidare nella sua carriera, nel corso della quale è stato unanimemente riconosciuto e apprezzato come uomo di grande equilibrio e concretezza.

Entrato giovanissimo nell’Amministrazione dello Stato, dopo una prima breve ma formativa esperienza al Tesoro, visse alla Prefettura di Torino il centenario dell’Unità d’Italia, per poi rientrare in Sicilia, a Catania. Nominato prefetto a Enna nel 1984, resse poi la delicata sede di Trapani sino al 1991, quando venne nominato Commissario dello Stato, ruolo che ha esaltato e incarnato con spirito di leale collaborazione nell’interlocuzione con l’Ars anche nella stagione delle riforme culminata con la legge sulla elezione diretta del sindaco.

Dividendosi tra la sede dell’ufficio alla Kalsa e Palazzo delle Aquile, fu per qualche mese anche commissario al Comune di Palermo. Andato in quiescenza , fu ancora chiamato a ricoprire incarichi delicati tra cui quello di commissario al Comune di Catania e poi anche di Gela e di San Giovanni la Punta, sciolto per mafia, e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Nominato Cavaliere di Gran Croce dal presidente Scalfaro nel 1997, da pensionato ha vissuto a Catania senza mai dimenticare il suo paese d’origine, Scordia. Lascia la moglie Maria Stella, i figli Giusy e Antonello, da tre anni direttore de “La Sicilia”. I funerali saranno celebrati domani alle 16,30 in Cattedrale a Catania.

 

“Per decenni -ha detto il sindaco Salvo Pogliese– il prefetto Piraneo è stato un saldo punto di riferimento delle istituzioni nell’Isola, facendosi unanimemente apprezzare per la competenza e lo speciale equilibrio. In nome della legalità, da integerrimo servitore dello Stato, ha condotto azioni amministrative che hanno lasciato un segno nelle comunità, sia per la particolare sobrietà della condotta e sia per la devozione istituzionale dell’operato. Personalmente, come tanti altri catanesi, conservo il ricordo diretto della sua illuminata guida del Comune, per quattro mesi, in una delicata fase di transizione, in cui spiccò per l’azione armonica e di collaborazione con la struttura burocratica comunale che ancora ne ricorda la gentilezza e lo speciale tratto. Un pensiero particolare in questo momento di dolore vanno alla moglie, ai figli Giusy e Antonello, quest’ ultimo firma autorevole del giornalismo che dirige il quotidiano La Sicilia, il più letto tra i giornali siciliani”.

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