Il presidente della Regione Nello Musumeci prova a prendere di petto il problema della la ‘fuga dei cervelli’, i ragazzi che lasciano la loro terra sin dopo gli studi secondari. Il 32% degli studenti siciliani (51.560) che si iscrivono al primo anno universitario scelgano un ateneo al di fuori dell’Isola.
Ieri l’incontro del governatore siciliano con i rettori delle quattro università siciliane, è servito a focalizzare il problema e a mettere a punto una serie di strategie, a breve e medio termine per provare a incidere sul problema.
Alla riunione hanno partecipato anche gli assessori alle Finanze, Gaetano Armao, all’Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla e alla Salute, Ruggero Razza, oltre al segretario generale della Presidenza della Regione, Maria Mattarella.
Questioni che saranno approfondite a breve. Già nei prossimi giorni verranno istituti e convocati diversi tavoli tematici che vedranno coinvolti anche altri rami dell’amministrazione regionale. Un nuovo incontro con i quattro rettori si terrà invece dopo l’approvazione del Bilancio e della legge di stabilità del 2018.
“Le università siciliane – ha detto Musumeci – possono diventare polo di attrazione per gli studenti stranieri provenienti anche da Paesi lontani come la Cina. Dobbiamo cogliere l’opportunità della centralità dell’Isola nel bacino euroafroasiatico per ricavarne una ricaduta in termini economici di crescita del territorio”.
Mobilità passiva e mobilità attiva intercambiabili dunque anche se, a quanto pare però i giovani siciliani sono ancora troppo poco propensi a riconsiderare la propria terra come fonte di opportunità formativa universitaria.
La battaglia di Musumeci, che ha vinto una campagna elettorale contro un rettore di una delle tre città più importanti della Sicilia, (Micari, ieri assente) avendo nella sua squadra come assessore designato il predecessore di quest’ultimo (Roberto Lagalla ex rettore) non dovrà limitarsi però a qualche aggiustamento dello stato dell’arte. I siciliani hanno aspettative importanti, forse anche eccessive e sproporzionate, ed attendono ovunque cambi di passo.
Magari sarà bene iniziare da qualche piccolo segnale concreto potenziando il dialogo con le università che l’ex assessore del Pd Bruno Marziano aveva provato a far ripartire.