La Sicilia è al centro di una vera e propria rivoluzione finanziaria ed edilizia: l’affermazione del Mutuo Green. Non si tratta più di una nicchia, ma di una solida tendenza che sta ridefinendo il mercato creditizio e immobiliare regionale.
Guidata da incentivi europei e dalla sempre maggiore sensibilità dei consumatori, questa formula di finanziamento, destinata all’acquisto o alla riqualificazione di immobili ad alta efficienza energetica, offre vantaggi economici così significativi da renderla l’opzione preferenziale per una larga fetta di mutuatari, in particolare i più giovani.

L’analisi condotta dall’Osservatorio di MutuiOnline.it per l’anno 2025 svela una geografia creditizia siciliana in fermento, dove i Mutui Green non solo competono ma superano in attrattività i finanziamenti “standard”, portando con sé una serie di implicazioni demografiche e finanziarie uniche per ciascuna delle nove province.
L’andamento nazionale: il profilo del mutuatario “Green”
A livello nazionale, la scelta del Mutuo Green è legata a immobili con un prezzo di vendita più elevato. Il cliente che lo sceglie presenta un profilo finanziario e demografico ben definito, che si distingue da chi opta per i finanziamenti tradizionali.
A livello nazionale, la scelta del Mutuo Green si concentra in modo schiacciante sul tasso fisso, prediletto nel 97.0% dei casi. Questa preferenza indica una chiara volontà di assicurarsi il vantaggio del tasso agevolato nel lungo periodo, proteggendosi da future incertezze di mercato.
Dal punto di vista economico, la differenza di costo degli immobili “green” è evidente. L’importo medio richiesto dai mutuatari “verdi” nel 2025 si attesta sui 160.000 €, ben 21.500 € in più rispetto ai 138.500 € medi dei mutui standard. La motivazione è strutturale: gli immobili ad alta efficienza energetica, spesso di nuova costruzione o frutto di riqualificazioni costose, hanno prezzi di vendita intrinsecamente più elevati.
Nonostante l’importo richiesto sia superiore, la durata media dei finanziamenti green è solo leggermente più estesa (25 anni contro 24.5 anni), e l’età media dei richiedenti è inferiore: 3 anni e 4 mesi contro i 39 anni e 9 mesi degli altri mutuatari. Questo suggerisce che i giovani sono più propensi a investire in un immobile moderno ed efficiente, sfruttando la convenienza del tasso agevolato.
Anche il Loan-to-Value (LTV), il rapporto tra l’importo finanziato e il valore dell’immobile, si differenzia: per i mutui green l’LTV è mediamente più basso, al 67.7% contro il 70.1% dei mutui standard. Ciò implica che, nonostante l’importo richiesto sia maggiore, i mutuatari “verdi” dispongono di un maggiore capitale proprio per coprire l’anticipo, o che gli immobili green hanno un valore medio (stimato in Sicilia a 208.000 € contro i 164.000 € per i tradizionali) nettamente superiore.
La mappa creditizia siciliana: i dettagli provinciali
L’analisi dei dati per le nove province siciliane rivela come le dinamiche regionali del Mutuo Green non siano uniformi, ma riflettano le specificità economiche, demografiche e immobiliari di ciascun territorio.
La Sicilia si allinea a queste tendenze, ma con delle peculiarità provinciali che delineano un quadro variegato e interessante. Complessivamente, in Sicilia, l’importo medio richiesto per i Mutui Green (135.000 €) supera di oltre 20.000 € quello dei finanziamenti standard (113.000 €), con un valore medio degli immobili green stimato a 208.000 € contro i 164.000 € dei tradizionali.
Di seguito, l’analisi dettagliata per le nove province siciliane:
Età media richiedenti
L’età media è un indicatore cruciale per comprendere il target di clientela che si orienta verso un determinato prodotto. I Mutui Green, in linea con il trend nazionale, attraggono in media un pubblico più giovane rispetto ai mutui standard, sebbene con differenze provinciali.
La provincia di Enna si afferma come l’avanguardia giovanile, con i richiedenti Green che hanno in media solo 37.1 anni, quasi tre anni in meno rispetto al richiedente standard (40.0 anni). Questo scarto enorme è un indicatore di come i giovani ennesi, forse per l’accesso a nuove opportunità immobiliari o per una maggiore sensibilità ai temi ambientali, abbiano abbracciato la formula “verde” con grande entusiasmo.
Un profilo di età più giovane per i Mutui Green si osserva anche a Trapani (-1.5 anni) e Catania (-1.3 anni). Il Mutuo Green appare, in queste province, come un driver per l’accesso alla prima casa per la fascia d’età sotto i quarant’anni.
Al contrario, a Siracusa, il profilo è invertito: i mutuatari Green (41.2 anni) sono in media più anziani di quelli standard (40.4 anni). Similmente, ad Agrigento, l’età media per il Green (39.6 anni) è leggermente superiore. A Palermo, le medie si annullano, suggerendo una distribuzione uniforme dell’interesse per il prodotto “verde” attraverso tutte le fasce d’età del capoluogo.
Importo Medio Richiesto
L’Importo Medio Richiesto (IMR) è lo specchio del valore intrinseco degli immobili. In tutta la Sicilia, quello Green supera quello standard, un dato che riflette il premium economico richiesto per l’efficienza energetica. Come atteso, in tutte le province siciliane, l’immobile “green” ha un valore percepito o effettivo superiore, richiedendo un finanziamento più elevato.

La provincia di Catania si distingue come il record regionale per l’IMR Green, raggiungendo 140.697 €, un importo che supera di oltre 25.000 € il finanziamento standard. Questo dato, pur elevato, è in linea con i 139.418 € richiesti a Palermo, a conferma che nei due centri urbani principali il mercato dell’efficienza energetica è il più maturo e costoso.
Tuttavia, il divario più ampio in termini assoluti non è a Catania, ma a Trapani, dove l’IMR Green eccede quello standard di 25.889 €, segno che l’investimento nell’efficienza ha un costo particolarmente elevato in questa provincia, forse a causa di una minore disponibilità di immobili Green di base e della necessità di riqualificazioni più onerose.
Le province con l’IMR Green più basso sono Enna (108.484 €) e Ragusa (116.346 €), che mostrano anche i divari più contenuti, indicando che il costo aggiuntivo per l’efficienza è meno significativo in queste aree interne e più rurali. A Caltanissetta, sebbene l’IMR Green sia basso in assoluto (113.195 €), l’incremento rispetto allo standard è notevole (+19.287 €), quasi il 20% in più.
Durata Media del Mutuo
La durata del mutuo è uno strumento per bilanciare l’onere della rata e la durata media del finanziamento riflette la strategia di rimborso adottata dai mutuatari, spesso influenzata dall’età e dall’importo richiesto. Quando l’IMR è elevato, la tendenza è allungare la durata, e i dati siciliani rispecchiano questa logica.
Le province di Messina e Catania registrano la durata media più lunga per i Mutui Green, con 24.4 anni. A Messina, in particolare, si riscontra lo scarto più ampio (+1.4 anni), a indicare che l’onere dell’alto IMR Green viene gestito diluendolo significativamente nel tempo. Anche a Trapani (+1.2 anni) e Enna (+0.9 anni) l’allungamento è notevole.
Questi dati suggeriscono che, nonostante i tassi vantaggiosi, l’IMR più alto spinge i mutuatari Green a distribuire il debito su periodi più lunghi.
L’unica anomalia è Palermo, dove la durata media del Mutuo Green (23.9 anni) è leggermente inferiore a quella standard (24.1 anni), suggerendo che i mutuatari palermitani che scelgono il “verde” potrebbero avere una maggiore stabilità economica che permette loro di estinguere il debito più rapidamente.
LTV (Loan-to-Value) Medio
Il Loan-to-Value (LTV) è il rapporto tra l’importo richiesto e il valore dell’immobile. E’ l’indicatore della prudenza bancaria e della solidità finanziaria del richiedente. Un LTV più basso (maggiore anticipo) è generalmente preferito.
A livello nazionale, il LTV Green (67.7%) è più basso di quello standard (70.1%). In Sicilia, questa tendenza si inverte o si attenua.

La provincia di Ragusa spicca per la sua straordinaria cautela finanziaria. I mutuatari Green ragusani finanziano in media solo il 67.7% del valore dell’immobile, un LTV che è 8.3 punti percentuali inferiore rispetto al LTV standard. Questo scarto è il più marcato della Sicilia e indica una forte propensione del mutuatario Green locale a versare un cospicuo anticipo per minimizzare il debito.
Anche Agrigento (-5.4 p.p.) e Trapani (-4.9 p.p.) mostrano un LTV Green significativamente inferiore, consolidando l’immagine di una clientela “verde” più solvibile o che punta a immobili di valore elevato.
L’unica eccezione, ancora una volta, è Enna. Qui, il LTV Green (76.3%) è leggermente superiore a quello standard (75.5%). Nonostante l’età media molto bassa, i giovani ennesi che scelgono il Mutuo Green (che, come visto, hanno anche l’IMR Green più basso) tendono a finanziare una quota maggiore del valore, suggerendo una minore disponibilità di capitale proprio iniziale.
Un mercato siciliano in evoluzione e variegato
L’analisi comparata dei dati del 2025 mostra inequivocabilmente che il Mutuo Green è il fattore di cambiamento più rilevante nel credito ipotecario siciliano. Non solo offre condizioni di tasso migliori – che si traducono in un risparmio immediato e consistente per il mutuatario – ma sta anche creando una netta segmentazione della clientela:
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Clientela giovanile: Il Mutuo Green è un magnete per i giovani, con Enna come provincia trainante, offrendo loro la possibilità di accedere a finanziamenti più vantaggiosi e di investire in un immobile efficiente e moderno.
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Immobili di Valore: Le aree metropolitane di Catania e Palermo e le coste ad alta richiesta come Trapani vedono gli importi richiesti Green salire vertiginosamente, a causa del costo più elevato degli immobili ad alta efficienza.
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Cautela e rischio: La minore incidenza del LTV Green in province come Ragusa dimostra che la clientela che investe nella sostenibilità è spesso anche la più solida finanziariamente, mentre l’LTV più alto di Enna indica la necessità di un maggiore supporto bancario per la fascia d’età più giovane.
La Sicilia sta vivendo una transizione dal mutuo “standard” al mutuo “verde” che è al tempo stesso ecologica, generazionale e finanziaria. Le banche, fornendo prodotti allineati con gli obiettivi di efficienza, stanno non solo mitigando il rischio, ma stanno anche partecipando attivamente alla riqualificazione del patrimonio immobiliare dell’Isola, offrendo al contempo un notevole alleggerimento del debito alle famiglie siciliane.
Perchè il Mutuo Green?: il vantaggio competitivo
L’interesse verso i Mutui Green è guidato da un duplice fattore: la spinta normativa europea verso la transizione ecologica e l’evidente convenienza economica offerta dagli istituti di credito.
Tassi e risparmi: la differenza è sostanziale
I Mutui Green, strumenti studiati per incentivare l’acquisto di immobili in classi energetiche elevate (tradizionalmente A o B, ma ora in espansione grazie all’adeguamento alla direttiva europea che include anche C e D in base a criteri specifici come l’anno di costruzione e la zona climatica), offrono tassi di interesse significativamente più bassi rispetto alle opzioni tradizionali.
Secondo le rilevazioni, a novembre 2025:
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Tasso Fisso: Il TAN medio dei Mutui Green a tasso fisso si attesta al 2.95% contro il 3.40% di quelli “standard”. Questo divario di 45 punti base si traduce in un risparmio notevole per il mutuatario.
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Tasso Variabile: Anche se minore, la differenza persiste: 2.43% per i Mutui Green contro 2.68% per i tradizionali, con un vantaggio di 25 punti base.
Questo vantaggio si riflette direttamente sulla rata e sul costo totale del finanziamento:
Per il tasso variabile, il risparmio sulla rata mensile è di $22$ € in favore dell’opzione “verde” (948 € contro 970 € in media), con un risparmio totale di quasi 5.300 € sull’intera durata ventennale.
Il motore principale dell’adozione del Mutuo Green è il risparmio. Gli istituti di credito, in linea con le politiche di transizione ecologica, offrono tassi di interesse che creano un divario netto rispetto ai prodotti tradizionali, un vantaggio che si traduce in migliaia di euro risparmiati sulla durata totale del finanziamento.
Un esempio concreto su un mutuo di 20 anni
Prendendo come esempio un mutuo ventennale da 180.000 € a tasso fisso, l’analisi dimostra che la scelta “verde” è la più saggia. A novembre 2025, il TAN medio dei Mutui Green a tasso fisso si attesta al 2.95% contro il 3.40% di quelli “standard”. Questo vantaggio di 45 punti base si concretizza in una rata mensile di 994 € per l’opzione Green, ben 41 € in meno rispetto alla media tradizionale di 1.035 €. Su un arco temporale di 20 anni, questo risparmio si moltiplica, superando i 9.800 € di interessi in favore del mutuatario Green.
Anche per il tasso variabile, sebbene il divario sia più sottile, il Mutuo Green mantiene la sua superiorità: 2.43% contro il 2.68% dei finanziamenti tradizionali. La rata mensile per l’opzione “verde” è in media di 948 €, con un risparmio di 22 € al mese rispetto ai 970 € del mutuo standard, e un risparmio complessivo di quasi 5.300 € in due decenni.
Il green in Italia: dai mutui verdi alla sostenibilità delle imprese
Secondo uno studio della Banca d’Italia del 2024, sono molte le banche che già offrono questa tipologia di mutuo e quelle che si apprestano a proporla. Tra settembre 2022 e giugno 2023, i tassi di interesse sui mutui verdi erogati dalle banche sono stati in media lievemente più bassi, di circa lo 0,07 per cento, rispetto a quelli sugli altri mutui, a parità di caratteristiche del richiedente. Quanto più le banche offriranno questi prodotti e crescerà l’offerta, tanto più la clientela potrebbe beneficiare di riduzioni dei costi legati al finanziamento. Oltre a una rata un po’ più leggera, l’acquisto di un immobile green favorisce risparmi sulle bollette e offre maggiori possibilità di beneficiare di una rivalutazione del valore della casa.
I mutui green sono una delle applicazioni concrete di quella che viene chiamata finanza sostenibile, la finanza che tiene in considerazione fattori di tipo ambientale (Environmental), sociale (Social) e di governo societario (Governance), i cosiddetti fattori ESG.
Dal 2015, anno degli Accordi di Parigi delle Nazioni Unite, l’Unione europea ha lavorato a una serie di provvedimenti per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e a raggiungere la neutralità energetica entro il 2050.
Il settore edilizio svolge un ruolo chiave nella transizione energetica verso la sostenibilità: già nel 2020 la comunicazione della Commissione europea “Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa” presentava misure normative e finanziarie atte a raddoppiare, quanto meno, il tasso annuo di ristrutturazioni energetiche degli edifici entro il 2030. L’efficientamento energetico nell’edilizia è al centro anche della più recente Direttiva UE 2024/1275 (Direttiva Green), che riporta, tra l’altro, dati preoccupanti (il 75 per cento degli edifici dell’Unione è tuttora inefficiente sul piano energetico).
La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è anche strettamente legata all’aumento della produzione da Fonti energetiche rinnovabili (FER), come il solare e l’eolico.
Una recente analisi della Banca d’Italia , pubblicata a febbraio 2025, mostra un’accelerazione delle installazioni di impianti FER a partire dal 2022, soprattutto legata al solare, che ha interessato anche gli impianti di autoproduzione per finalità residenziali o industriali e commerciali. Tale crescita, tuttavia, risulta ancora insufficiente a raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) di coprire entro il 2030 il 39,4 per cento dei consumi finali lordi di energia e il 63,4 per cento dei consumi finali lordi di elettricità. Da qui la necessità di semplificare la normativa e accelerare le procedure autorizzative per favorire lo sviluppo delle FER.
In quest’ottica si pone l’intervento europeo con il Pacchetto Omnibus. La proposta prevede, tra l’altro, la riduzione degli oneri derivanti dall’informativa sulla sostenibilità a carico delle imprese, innalzando le soglie dimensionali sopra le quali le imprese sono tenute a produrre informazioni in merito all’allineamento delle loro attività ai fattori ESG.
Sono informazioni costose da raccogliere e rendicontare, ma necessarie per attrarre capitali da parte di investitori interessati a finanziarie la transizione verde. Si stima che le nuove disposizioni permetterebbero alle imprese di risparmiare oltre quattro miliardi di euro l’anno.
Lo scorso aprile è comunque entrata in vigore la Direttiva UE 2025/794, da recepire entro il 31 dicembre prossimo, che ufficializza il rinvio degli attuali obblighi di rendicontazione ESG a carico delle imprese.

Questa competitività sui tassi è stata rafforzata dal recente adeguamento della direttiva europea, come sottolineato da Matteo Favaro, COO & Managing Director Financial Product di MutuiOnline.it.
“I mutui green rappresentano un’opportunità per molti consumatori di ottenere condizioni di finanziamento molto competitive, soprattutto alla luce del recente adeguamento della direttiva europea”, spiega Matteo Favaro.
Che aggiunge: “Ora questi mutui possono essere concessi anche a immobili in classe energetica C o D, a differenza di quanto accadeva in passato quando dovevano appartenere alla classe A o B, e i nuovi criteri includono la valutazione di altri fattori come l’anno di costruzione, la zona climatica dove si trova la casa e dell’indice di prestazione energetica dell’edificio”.
“Il sistema aggiornato di valutazione dell’immobile permette di allargare la quota di case italiane che rientrano tra quelle acquistabili attraverso un finanziamento “verde”, anche se al momento solo un numero limitato di istituti di credito ha adottato le nuove direttive, includendo anche le case di classe C o facendo direttamente riferimento al PED (indice di prestazione energetica)”, conclude.









