Intendiamoci te ne vai sui social ma scopri che ci sono sempre le stesse persone, non perché ci sono solo è sempre le stesse persone ma perché, circostanza vuole che l’algoritmo ti faccia evidenziare i post fatti dalle stesse persone con cui più sei in contatto o che di fatto, “amici degli amici”, potresti conoscere ed essere quindi tuoi contatti.
Se ci fosse un algoritmo anche nella vita che ci permettesse di incontrare sempre le stesse persone, potrebbe essere una bella cosa, purtroppo no, non c’è natura né “intelligenza artificiale” che tenga, non è così che va la vita giornalmente e pertanto siamo costretti all’incontrario di tanti “nani da giardino”, così io chiamo le “teste di pazzo”, quelle le quali se la suddetta “intelligenza” dovesse prendere piede e sopravvento, potremmo dormire sogni tranquilli.
Perché i nani da giardino? chi sono i nani da giardino? perché nani? o perché da giardino?
In Germania sono una tradizione ed in tedesco si chiamano “gartenzwerg”, li metti lì mimetizzati tra le foglie nelle piante del giardinetto di casa (si, perché da quelle parti hanno il giardinetto di casa qui facciamo finta che si mettano nel balcone) e quando incontri il loro sguardo che ti mette allegria, ti convinci che ti portino bene e scaccino qualunque “avversità” e ti risolvano problemi.
Purtroppo, nella vita non è così, poiché dalle nostre parti i nani da giardino, non stanno nel giardino o nelle piante. Ma essendo più ambiziosi escono allo scoperto e “pigghiano questioni”.
I nani che incontro giornalmente sono persone che seppur vestiti con abiti più grandi di loro stessi, o perché sottratti durante la distrazione alla collettività, o perché benedetti da qualcuno che una volta fu anch’esso nano e li ha vestiti di questi ruoli, evidentemente è palesemente troppo sopra dimensionati per la loro taglia, te li vedi uscire all’improvviso, tirati fuori dal cilindro.
Eppure, davanti a “cotante divise”, davanti agli appellativi, è fondamentale mostrare riverenza, perché non sai mai quale possa essere la reazione sproporzionata di un “nano”, il quale sa di esserlo, ma in un momento di gloria non si lascia perdere l’occasione di perpetrare vendette, fin quando non viene un “tecnico”, “un idraulico di turno” a riparare il danno.
Spuntano fuori in quelli noi con mentalità matematica chiameremmo “passaggi di stato”, i cambiamenti gattopardeschi periodici, per poi ritornare nell’ombra un istante prima che tutti si accorgano del bluff, ma credetemi anche quei pochi istanti in cui godano del sole, bastano a fare tanto di quel danno che sembrerebbe, sia di fatto stato messo nel conto dalla società come danno collaterale.
Il nano da giardino è tale perché deve stare nel giardino e non in posti dove possa arrecare danno o imbarazzo, ma siccome non tutti ne conoscono la storia, al primo incontro con loro è l’espressione sorridente a catturare l’interlocutore che ti dirà sempre “è simpatico” oppure “mi serve, anche come ferma carte”, senza considerare che sulle scrivanie che contano bisogna “meno orpelli e più sbarazzo”.
Perché accade periodicamente tutto ciò? Non siamo in grado di leggere le istruzioni per l’uso? Non siamo in grado di tenere memoria di dove li abbiamo visti o meglio di dove li abbiamo opportunamente osservati nel loro contesto naturale?
Diventa sempre più difficile, poiché, diciamolo francamente, con il tempo anche questi nani da giardino si sono specializzati, hanno studiato, tardivamente ma “i cosi giusti” oggi “un titolo di studi non si nega nessuno” come diceva il motto di quell’istituto privato dal nome già di per se emblematico “Consecuzio Temporus” e si sono confederati ufficiosamente in una “casta”, un piccolo gruppo di soggetti che si perpetra passando da un vestito all’altro, da una latitudine a un’altra, da un argomento all’altro, ma sempre con la loro faccia allegra di impuniti, con l’unico scopo di tenerti allegro e di distrarti dalla routinaria indifferenza.
Democrazia, è anche poter scegliere quale deve essere l’arredo dal nostro giardino e sono consapevole della circostanza che tutti noi gradiremmo avere Biancaneve nell’aiuola o vaso del terrazzo, ma purtroppo il rapporto è troppo sproporzionato poiché i nani sono 7 e Biancaneve è una, quindi ci sarà qualcuno a cui c’attuccò la cara Biancaneve, ma questo sarà dotato di uno strepitoso lato B, per il resto ci dobbiamo accontentare dai ridenti e leggeri nani dal giardino per i quali ogni giorno sorgerà il sole e li schiaccerà nella loro ombra al terreno della responsabilità, ma che poi ogni sera verso il tramonto, con il sole basso ci sembreranno dei giganti, grazie alla loro lunga ombra.
La colpa è dello spettacolo deve continuare e allora l’unica cosa che possiamo fare è sperare che anche in questo ulteriore passaggio, malgrado il loro imbarazzo e il grande confort all’interno di un vestito abbondante per le loro possibilità, ci si possa augurare che lo spettacolo termini presto, che nel frattempo non facciano più danno di quello messo nel conto, oppure, ancor meglio, che giunga dalle ultime file quel “contadino” che trovi il coraggio di affermare pubblicamente (così come fece con il suo ex asino, al mercato degli asini) “Bastià, fatti accattari da cu nun ti canusci!” Un abbraccio, Epruno.