“Ho visto le mie due sorelle scomparire in mare“, ha raccontato, a un’operatore di Medici senza frontiere, una donna dalla Costa d’Avorio di circa 40 anni, subito dopo il naufragio che ieri ha coinvolto un barcone con 63 migranti, nel tratto di mare tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione.
Finora sette le vittime accertate, tutte donne, mentre prosegue la ricerca dei 10 dispersi. “Volevo solo essere me stesso, per quello sono partito, ma per noi non c’è un’alternativa al mare, anche se sai che rischi di non farcela“, ha aggiunto un uomo di 26 anni del Camerun.
“C’era una ragazza sopravvissuta al naufragio che non parlava e teneva gli occhi chiusi, quasi volesse rifiutare il mondo attorno a sé. Solo quando le ho detto che eravamo lì per lei, che non era sola e che era in Italia, ha aperto gli occhi, si è illuminata per un momento ed è scoppiata a piangere. Forse aveva capito di essere finalmente arrivata in un luogo sicuro“, racconta un operatore di Medici senza frontiere presente allo sbarco.
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