È tempo di andare oltre la politica dei rinvii, delle leggi da rivedere e delle riforme parcheggiate. In materia di rifiuti la Sicilia dei tempi di attesa rischia di rinverdire i fasti poco allegri dell’era Crocetta con le immagini degli autocompattatori che formavano veri e propri torpedoni a favore di telecamere dei tg in piena stagione estiva.
Intendiamoci, l’anno inizia e non c’è nessuna emergenza all’orizzonte, tranne i consueti focolai provincia per provincia, che cominciano e poi, quasi per miracolo, si placano, al primo stormir di fronde con cui la Regione apre i cordoni della borsa o autorizza nuovi spazi per abbancare nelle discariche private, le vere arabe fenicie del sistema.
Quasi scappata via in contropiede, tra convegni, fasi di studio e conto alla rovescia per portare i rifiuti fuori dall’Isola, una voce fuori dal coro è arrivata dal territorio delle Madonie, una risposta di impiantistica forse limitata all’ambito locale, ma che contribuisce ad alzare l’asticella sulle soluzioni.
Dopo la firma del contratto di concessione tra Srr Palermo Provincia Est ed Asja Ambiente Italia s.p.a. avvenuta a Gangi ha visto la luce infatti un impianto capace di trasformare il 90% di tutti i rifiuti conferendo solamente il restante 10% in discarica. L’impianto, progettato per conto di Asja Ambiente Italia s.p.a. dalla società di ingegneria Owac srl, verrà realizzato nel comune di Castellana Sicula e consentirà la valorizzazione della frazione umida della raccolta differenziata mediante una sezione di digestione anerobica per la produzione di biometano ed il trattamento, con recupero di materia, della frazione residuale.
E i termovalorizzatori?
Di certo non mancano i big della grande impiantistica della termovalorizzazione tra coloro che hanno gettato l’occhio interessato sulla vicenda. Da A2A ad Acciarie siciliane agli spagnoli di Acciona che si occupa di infrastrutture e costruzioni, solo per citare alcune delle società che hanno risposto all’avviso per una manifestazione di interesse.