La Regione Siciliana prova a dare un segnale forte ed incisivo alle comunità montane, nella lotta contro la crisi economica, con un bando predisposto per tutelare e valorizzare i noccioleti dei Nebrodi. Si tratta di un’iniziativa da 19 milioni di euro del governo Musumeci, e nello specifico dell’assessorato all’Agricoltura, guidato dall’assessore Toni Scilla, che mette in campo degli incentivi per “tecniche di mantenimento” del paesaggio a base di potature straordinarie, muretti a secco e quanto occorre per mantenere alto lo standard conseguito.
“L’agroalimentare siciliano è una risorsa fondamentale per il territorio e va considerato un volano dell’economia della nostra regione”, ha evidenziato l’assessore all’Agricoltura, Toni Scilla che sull’agricoltura, come anche sulla pesca, ritiene sia “possibile creare il futuro per le nuove generazioni”.
Scilla si sta muovendo sin dal suo insediamento all’assessorato in questa direzione con atti propedeutici alla tutela e salvaguardia delle comunità che vivono di queste risorse e ora rischiano di vedere vanificati anni di sacrifici e di impegno umano ed economico per delle attività minacciate dalla crisi epocale scaturita a vari livelli dall’emergenza sanitaria. L’assessorato alle Politiche Agricole si è attivato per l’inserimento de “il paesaggio a ciglioni e terrazze dei noccioleti dei Nebrodi” nel registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali. La Regione interviene anche a compensazione dello spopolamento che già da tempo, prima ancora della pandemia, rappresenta un serio problema per i centri montani, costretti ad affrontare spese non indifferenti anche per i costi elevati necessari per le manutenzioni idraulico-agrarie.
Il dirigente del dipartimento regionale, Dario Cartabellotta, ha inviato una lettera al ministero delle Politiche Agricole in cui specifica che “in attesa del riconoscimento” “si sta predisponendo il bando per mandare avanti l’istruttoria da parte degli uffici”.
L’assessore Scilla, tra l’altro, è stato impegnato nelle scorse ore in una videonconferenza per il riparto risorse PSR 2021/2022, dalla quale è emerso “un ulteriore stop al tentativo delle regioni del centro nord di modificare, partendo da presupposti tecnici impropri, i criteri di ripartizione, penalizzando così l’agricoltura siciliana“. “Si vorrebbero modificare – ha evidenziato Scilla – i criteri relativi al secondo pilastro della PAC (PSR) lasciando invece inalterati quelli del primo pilastro (pagamenti diretti) attraverso cui oggi un agricoltore del nord riceve circa 800 euro ad ettaro contro 200 dell’agricoltore siciliano”.